Stupidità senza limiti Scontri in autostrada tra bolognesi e torinisti

Rissa tra ottanta ultrà in un autogrill di Firenze: erano diretti a due partite diverse

N eanche il tempo di commentare i fatti di Milano del giorno di Santo Stefano e di lanciare i soliti, inutili appelli ed ecco altri scontri tra tifosi, ieri. Casuali e non preordinati ma gravi comunque, anche senza conseguenze fisiche di rilievo per le persone coinvolte: nell'area di servizio Chianti Ovest, poco dopo Firenze, si sono incrociati tifosi del Bologna e tifosi del Torino, diretti rispettivamente a Napoli e a Roma (sponda Lazio), ed è nato quasi immediatamente un corpo a corpo tra una cinquantina di granata e una trentina di bolognesi, con i soliti strumenti più o meno improvvisati, ovvero cinture, bottiglie e sassi.

Nel caos ci ha rimesso, con la naturale coda di spavento degli occupanti gli ultimi posti, il vetro posteriore del pullman di un altro gruppo torinista estraneo al tafferuglio, il Cast 1983, che si autodescrive come «sempre presente al secondo anello della Curva Maratona» e organizza numerose trasferte tra cui quella di ieri di Roma, pubblicizzata da parecchi giorni anche su Facebook e gestita tramite un mezzo della Amerio Viaggi di Torino. Secondo uno dei tifosi del gruppo Cast, citato dal Corriere di Torino online, «ci eravamo fermati al primo autogrill dopo Firenze per bere un caffè. Non ci siamo accorti che dietro di noi si era appena fermato un pullman di tifosi del Bologna. All'improvviso abbiamo sentito dei colpi sordi, ci stavamo lanciando contro di tutto, soprattutto pietre e sassi, non so da dove li abbiano presi».

Separatisi e ripartiti subito dopo l'episodio che ha coinvolto il terzo mezzo, e che ha dunque spezzato i termini iniziali della contesa, i due gruppi sono poi stati fermati in momenti diversi: quello granata all'arrivo a Roma, quello rossoblu poco prima di Arezzo, dopo una manovra di avvicinamento e blocco di quattro volanti della polizia definita «a tenaglia», quasi a sottolineare il brutto clima di guerra della giornata. Gli occupanti del pullman sono stati portati alla caserma della Polstrada di Arezzo e identificati con generalità e abbigliamento, per mettere a disposizione della Digos di Firenze, che indaga sull'accaduto, questo ulteriore dato a supporto delle immagini delle telecamere di sorveglianza dell'area di servizio. Che è di quelle, sopraelevate, che attraversano entrambe le carreggiate e a cui si può accedere anche dal lato opposto, il che in un primo momento aveva reso plausibile la notizia, poi smentita, che a partecipare allo scontro fossero stati tifosi non del Bologna ma della Roma diretti a Parma.

Rapida come sempre la reazione, via social, del ministro dell'Interno Matteo Salvini: «Cominciamo col tenere in galera questi deficienti, che non dovranno mai più mettere piede in uno stadio finché campano. Un vero tifoso non lancia sassi né usa coltelli, tolleranza zero». Usando termini necessariamente generici, le tifoserie di Torino e Bologna sono divise da rivalità che sfugge ai cosiddetti gemellaggi in vigore in maniera spesso trasversale tra gruppi di diversi colori e diverse città. Uno strascico anche all'Olimpico di Roma. Gli «Irriducibili» della Lazio hanno abbandonato la curva Nord nel primo tempo per protesta per non aver potuto mostrare uno striscione per «Dede», l'ultras morto dopo essere stato investito. Dediche che sono, però, apparse in Parma-Roma in entrambe le curve.

Sempre più cruciale, a questo punto, il tavolo tecnico che il 7 gennaio, su iniziativa del ministro dell'Interno, si riunirà al Viminale per discutere dei provvedimenti da adottare per contrastare il fenomeno della violenza nel calcio

italiano. Oltre agli esponenti delle forze dell'ordine e ai rappresentanti delle società, dei calciatori e degli arbitri, dovrebbero partecipare alla riunione anche rappresentanti delle tifoserie. Ma chi li sceglie, e come?

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