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Su Twitter una valanga di #DiMaioOut: ecco cosa c'è dietro

L'ira del web contro Luigi Di Maio, accusato di aver tramato contro Conte nella partita per il Quirinale. Ma l'esperto social spiega: "È solo un tweet-bombing"

Su Twitter una valanga di #DiMaioOut: ecco cosa c'è dietro

La spaccatura tra Luigi Di Maio e Giuseppe Conte si riflette anche sul web, luogo virtuale in cui alcuni utenti hanno lanciato un hashtag per criticare il ministro degli Esteri per la sua gestione della partita per il Quirinale. L'accusa che qualche grillino rivolge al titolare della Farnesina è di aver tramato contro il leader del Movimento 5 Stelle nella sfida per il Colle, sabotando la candidatura di Elisabetta Belloni e di aver fatto asse con Forza Italia e Italia Viva. Il momento dei chiarimenti interni arriverà e ognuno potrà chiarire la sua pozione, ma nelle ultime ore è entrato nelle tendenze di Twitter l'hashtag #DiMaioOut.

L'hashtag contro Di Maio

In tal modo alcuni pentastellati chiederebbero di espellere Di Maio, di prendere provvedimenti nei suoi confronti poiché avrebbe operato contro il M5S e avrebbe dato vita a una corrente per mettere il bastone tra le ruote alle azioni portate avanti da Conte. La domanda però sorge spontanea: siamo di fronte a una sommossa su Twitter spontanea che parte veramente dal basso o si tratta di un'operazione studiata a tavolino?

A fare chiarezza in merito è stato Pietro Raffa, esperto di comunicazione social e amministratore delegato della MR & Associati, secondo cui tutto ciò non è altro che "un tweet-bombing contro Di Maio". Da cosa è possibile dedurlo? Raffa ha effettuato un'analisi quantitativa e qualitativa dei tweet #DiMaioOut ed è andato a vedere quante persone avevano utilizzato l'hashtag. "Si tratta di 289 account. È chiaramente un'operazione studiata, che viene fatta da chi vuole modificare la percezione su alcuni temi", ha spiegato all'Adnkronos.

Scissione nel M5S?

Tuttavia, al di là di questo aspetto tecnico, è evidente come il Movimento 5 Stelle sia spaccato in due fazioni: da una parte i fedelissimi a Luigi Di Maio; dall'altra la pattuglia di Giuseppe Conte. I due, dopo aver negato divisioni e incolpato la stampa italiana di provare ad allontanarli, nel giro di poche ore hanno confermato quanto era nell'aria già da diverso tempo: le divergenze sono profonde e palesi.

A cosa porterà questo? A una scissione del M5S o a un armistizio? Per ora non è dato saperlo, ma l'impressione è che a breve partirà la resa dei conti interna. A infuocare ulteriormente gli animi sono state le parole di Conte, che ha chiesto a Di Maio di "chiarire i suoi comportamenti agli iscritti". Dal suo canto il ministro degli Esteri non ha perso occasione per replicare con tanto di parole al veleno: "Non si provi a scaricare le responsabilità su altri. È chiaro che ci sono diversi aspetti che vanno chiariti".

A prendere le difese di Conte è stato Alessandro Di Battista, che ha messo il dito nella piaga e ha puntato il dito contro Di Maio: "Credo che a Luigi interessi più salvaguardare il suo potere personale che la salute del Movimento". Contro il titolare della Farnesina si è scagliato anche Michele Gubitosa, vicepresidente dei 5 Stelle, convinto che dovrà fornire chiarimenti "in merito ai comportamenti tenuti negli ultimi giorni".

Invece Sergio Battelli sostiene che Di Maio "ci ha messo sempre e per primo la faccia", non facendo mancare una frecciatina nei confronti di coloro che "hanno preferito non prendersi alcuna responsabilità profetizzando sui social".

Il deputato del Movimento 5 Stelle ha inoltre sottolineato che Di Maio ha "sempre tenuto rapporti umani con le persone, mentre altri nemmeno ti rispondono al telefono".

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