Passeggiamo da qualche giorno sul plateau, quella pianura ad alta quota che è ancora montagna ma fa intravedere la discesa. I numeri sciorinati ieri in conferenza stampa dal capo del Dipartimento della Protezine civile Angelo Borrelli ci lasciano là, nel mezzo del cammin di nostro virus. Anche se l'elevato numero di tamponi effettuati ieri (circa 40mila per un totale di 581.252) induce più al sorriso che al pianto. I nuovi contagi registrati ieri sono 4668, pochi in meno rispetto a mercoledì, quando erano stati 4782. L'aumento dei contagi attualmente attivi è di 83.049, con un aumento rispetto a mercoledì di 2477 unità. Di essi 4053 sono quelli ricoverati in terapia intensiva, soltanto 18 in più rispetto al giorno precedente (e questo è un dato importantissimo), 28.540 quelli che sono ricoverati in reparti ordinari degli ospedali (137 in più) e 50.456 quelli in isolamento in casa (2322 in più). Insomma i nuovi contagi sono quasi tutti asintomatici o con sintomi lievi. L'aumento dei morti è di 760 (ieri erano stati 727 e il totale dall'inizio dell'emergenza è di 13.915). L'aumento dei guariti 1431 (mercoledì erano stato un +1118) e il totale è di 18,278.
Numeri di fronte ai quali sarebbe sbagliato esibire entusiasmo, ma che suscitano un sussulto di ottimismo. «Assistiamo a una serie di valori che ci stanno stabilizzando. Non so dire se abbiamo iniziato o quando inizierà la decrescita, ma dobbiamo mantenere alte le misure, basta un nulla perchè si possano creare delle occasioni in cui si innescano meccanismi repentini di aumento del contagio. Preferisco restare con i piedi per terra e verificare giorno per giorno i dati», dice Borrelli. Il quale si augura «vivamente che nel mese di maggio ci potremmo trovare in una situazione migliore di quella di oggi, fermo restando tutte le cautele che dobbiamo mantenere. Io sono realista e non voglio instillare facili ottimismi, mi baso sui dati che giorno per giorno ricevo».
Borrelli rispondendo alle domande torna anche su alcuni dei temi sul tavolo dell'emergenza. Quello delle mascherine: «I colleghi delle dogane stanno facendo un ottimo lavoro, in questo periodo vengono importate mascherine di tutti i tipi e da ogni parte del mondo, loro fanno un controllo di regolarità ed esercitano un filtro. Sono convinto che con la procedura in atto e anche con la modulistica che si trova sul sito dell'Agenzia delle dogane si possono facilmente sdoganare e liberare le mascherine e gli altri dispositivi che arrivano. Sarà sempre più fluido senza però tralasciare l'esigenza di un controllo di regolarità delle merci che vengono importate». Quello dei test sierologici, sui quali «si sta discutendo e individuando una linea da parte della scienza e tecnica, ci attendiamo una risposta chiara da parte degli scienziati. Credo si stia ancora facendo delle valutazioni». Quello delle donazioni raccolte sul conto corrente dedicato dal Dipartimento della Protezione Civile che «a oggi ammontano a 101.246.000 euro. Rispetto a ieri abbiamo speso 1,8 milioni in più per un totale di 9,9 milioni circa per l'acquisto di ventilatori e di dispositivi di protezione individuale».
Il capo della protezione civile ha anche risposto al preidente della regione Lombardia Attilio Fontana, che ha detto che alla regione più colpita dall'epidemia «sono arrivate briciole». «Io voglio dire - dice Borrelli - che con Regione Lombardia lavoriamo bene, a livello tecnico lavoriamo molto bene. Noi mandiamo i dispositivi di protezione individuale, materiale sanitario, medici. E a regione Lombardia, che è tra le zone più colpite, mandiamo più che agli altri. Su circa 45 milioni di mascherine è andato il 17 per cento. Noi diamo sempre il supporto maggiore, non aggiungo altro».
In realtà il 17 per cento appare piuttosto poco visto che in Lombardia ci sono 25.876 contagi attuali (oltre il 31 per cento del totale nazionale) e un totale di 7960 decessi, addirittura il 57 per cento del totale nazionale.
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