"Il summit aumenta le speranze di pace. E Trump vuole attribuirsi il successo"

Il corrispondente dalla Casa Bianca John Gizzi: "Accordo possibile"

"Il summit aumenta le speranze di pace. E Trump vuole attribuirsi  il successo"
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John Gizzi è il capo editorialista politico e il corrispondente alla Casa Bianca di Newsmax, a Washington DC è considerato uno dei massimi conoscitori della politica americana e in questi anni ha seguito in prima persona l'evolversi delle posizioni dei governi americani sulla guerra in Ucraina.

Come valuta l'esito dell'incontro tra Trump, Zelensky e i leader europei a Washington?

"Abbastanza produttivo e chiaramente foriero di nuovi segnali di speranza. La Coalizione dei Volenterosi è ora arrivata a 30 paesi e i suoi leader sembrano impegnati a garantire la sicurezza dell'Ucraina una volta raggiunto un accordo. Cosa ancora più importante, i leader europei erano sulla stessa lunghezza d'onda di Trump e l'idea di un incontro bilaterale con Zelensky e Putin seguito da un incontro trilaterale tra Trump, Putin e Zelensky trasmette un senso di progresso. Finché le parti in causa continueranno a parlare, le possibilità di un accordo aumenteranno".

Quali possono essere le condizioni per un accordo di pace?

"La Russia dovrà cedere parte del territorio acquisito in battaglia. Ci deve essere anche un cessate il fuoco e il ritiro delle forze russe al di fuori delle terre che chiaramente vuole. Zelensky non rinuncerà a nessuna delle terre che l'Ucraina ha riconquistato in battaglia e, di fatto, dovrà sottoporre qualsiasi rinuncia a un referendum nazionale. Deve anche ritardare o vietare del tutto l'ingresso dell'Ucraina nella NATO. Questo punto sembra non essere negoziabile con Putin che a volte si è paragonato al Presidente John Kennedy nel 1962 quando si rifiutò di permettere l'installazione di missili russi a 90 miglia dagli Stati Uniti. Putin non tollererà la presenza di forze NATO al confine con la Russia".

Che ruolo può avere l'Europa nelle garanzie di pace?

"Un bel po'. Sembra che, con l'aumento della quota di partecipazione alla NATO, molti Paesi aumenteranno anche i ranghi delle loro forze armate e stipuleranno una sorta di accordo per sostenere e difendere l'Ucraina in caso di attacco futuro. A prescindere dal disaccordo interno di alcune nazioni, ne vedo altre che abbracciano l'idea di Ucraina e noi come la Finlandia mentre la Germania sta ricostruendo i suoi armamenti".

Come cambia il ruolo della NATO con un accordo di pace?

"Se l'Ucraina venisse esclusa dalla NATO, ciò significherebbe che un eventuale futuro attacco all'Ucraina non sarebbe formalmente coperto dall'articolo 5 ma che l'assistenza militare verrebbe dalle nazioni che scelgono di proteggere l'Ucraina con un accordo concordato tra Trump, Zelensky e Putin. Tuttavia, la NATO sarà comunque una forza e, se Putin lanciasse un attacco alla Polonia, che è un membro della NATO, la NATO entrerebbe in azione".

Cosa dobbiamo aspettarci dall'incontro tra Trump, Putin e Zelensky?

"Putin vuole chiaramente il territorio acquisito in toto o almeno una parte sostanziale di esso. Anche in questo caso, Trump e Zelensky saranno d'accordo sul fatto che la Russia controlla la Crimea ma il 20% di territorio che la Russia occupa e che l'Ucraina considera territorio temporaneamente occupato sarà oggetto di intensi negoziati. Zelensky vuole mantenere le parti dell'Ucraina che detiene ora e ottenere una garanzia di sostegno internazionale se un futuro attacco colpirà il suo Paese.

Trump vuole che si smetta di sparare e che ci sia una sorta di garanzia di pace, in modo che possa iniziare la ricostruzione dell'Ucraina (e lui può darvi una mano). Ha conquistato molto consenso portando la pace in Ruanda e Congo e poi in Armenia e Azerbaigian. Un accordo per porre fine alla guerra russo-ucraina sarebbe il suo fiore all'occhiello".

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