Roma - È tempo di malumori e sospetti nel mondo pentastellato, tra caso Diciotti e voto sardo. E in qusto clima una proposta di Claudio Borghi, presidente leghista della Commissione Bilancio della Camera, accende un'altra miccia.
Borghi «auspica» un gruppo unitario nell'Europarlamento tra Lega e M5s con l'ingresso dei pentastellati nel gruppo dei nazionalisti-sovranisti, Europa delle nazioni e delle libertà (Enf), creato da Salvini insieme a Marine Le Pen. Una sortita solitaria subito stoppata e smentita dai leader, ma c'è chi tra i grillini vede un ulteriore indizio del possibile cammino verso una sorta di «super-Lega» e di un progetto egemonico salviniano.
Un gruppo unico con il M5s per le prossime elezioni europee? «Assolutamente no», scandisce Matteo Salvini. «Abbiamo già i nostri alleati a livello internazionale, dalla Francia alla Germania alla Polonia: come Lega siamo centrali, l'Europa deve fare poche cose e farle meglio». Stessa frenata arriva anche dalle sponde grilline. I Cinquestelle non entreranno mai in un gruppo con i sovranisti europei, si sostiene, e il percorso avviato è ben diverso. Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista hanno lanciato un manifesto politico in dieci punti, su cui hanno avviato il dialogo con quattro delegazioni e attendono quantomeno altre due adesioni per dare vita a un nuovo gruppo.
Due giorni fa, però, un dettagliato retroscena pubblicato dall'agenzia Dire aveva raccolto diverse voci sul malumore pentastellato generato dalla convinzione che il voto sulla piattaforma Rousseau contro l'autorizzazione a procedere per Matteo Salvini sia servito soltanto ad assecondare l'espansione leghista. Indagando tra meet up e chat c'è chi dentro l'universo pentastellato sostiene che «Davide Casaleggio è leghista. Come il padre» e chi vede in prospettiva la creazione di un unico popolo gialloverde: la SuperLega.
L'abitudine della Lega a essere forza di governo, partendo dalle Regioni e dai territori, si fa sentire, così come è sempre più forte la sua capacità di attrazione. In particolare l'ultimo sondaggio Swg per il Tg de La7 ha fatto suonare un campanello d'allarme molto forte, visto che il M5s in soli 7 giorni è passato dal 23,3% al 22,1%. Un tonfo secco, dell'1,2 che avvicina sempre di più i grillini alle percentuali del Pd, scavando un solco profondissimo con la Lega.
Renato Mannheimer, sulla «superLega» non mostra troppo entusiasmo.
«Se una parte limitata del M5s, l'ala più governativa, si spostasse verso la Lega, Salvini non ne avrebbe un danno. Ma se davvero i due partiti si unissero una parte dell'elettorato leghista tornerebbe in Forza Italia, mentre i Cinquestelle cederebbero parte del proprio elettorato alla sinistra».
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