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Quel sussidiario che indottrina i bambini sull'accoglienza

Il coinvolgimento e la strumentalizzazione dei bambini nelle iniziative di propaganda politica pro immigrazione e pro ius soli non conosce tregua

Quel sussidiario che indottrina i bambini sull'accoglienza

Il coinvolgimento e la strumentalizzazione dei bambini nelle iniziative di propaganda politica pro immigrazione e pro ius soli non conosce tregua. Né mezze misure. Persino gli alunni delle scuole primarie ed elementari ne sono vittime. Fra scioperi della fame a staffetta di pannelliana memoria di deputati, senatori e ministri e manifestazioni promosse dalla rete «Insegnanti per la cittadinanza», sono sempre i più giovani il bersaglio di un indottrinamento subdolo e unilaterale. In realtà non ci sarebbe neanche bisogno di tanto clamore perché la metodica e insistente azione di persuasione già viene fatta ogni giorno sui banchi, a partire dai libri di testo: è il caso della scuola elementare Ernesto Solvay di Rosignano Solvay in provincia di Livorno.

Nel sussidiario di storia, scelto dal consiglio interclasse e approvato dal collegio docenti e dalla direzione didattica statale, nella sezione Cittadinanza & Costituzione campeggia in evidenza lo slogan: «Accogliamo insieme i profughi». A guisa di giustificazione per tanto entusiasmo, ai bambini della quarta elementare viene spiegato che «Gli stranieri non portano solo problemi, come alcuni riferiscono, ma anche le loro culture, i loro modi di pensare, le loro tradizioni, le loro abitudini che rappresentano occasioni di crescita di una civiltà. Gli stranieri sono anche ricchezza!».

Bontà sua, l'autore ha tralasciato di puntualizzare chi siano coloro che «riferiscono» che gli stranieri portano problemi ma in altri passaggi non ha mancato di elencare chi invece sia in prima linea per farci conoscere e apprezzare tanta ricchezza: «Alcune associazioni di volontari («Croce Rossa, Save The Children, Emergency», si legge, «sono impegnati sin dall'arrivo nell'accoglienza dei migranti offrendo loro cibo, vestiti e un pasto nei centri di accoglienza di tutta Italia perché possano poi trovare un lavoro e vivere una vita dignitosa».

Indubbiamente una visione ottimistica: solo per citare gli ultimi dati Unhcr, tra il 1 gennaio e il 31 agosto 2017 sono sbarcate in Italia 98.988 persone e nello stesso periodo del 2016 ne arrivarono 115.075. Se ci fosse pronto un lavoro per tutti la disoccupazione nel nostro Paese non sarebbe il dramma sociale che invece, purtroppo, è. Ovviamente nel testo viene menzionato l'articolo 10 della Costituzione che secondo gli estensori «si occupa dei diritti di queste persone e concede il diritto di accoglienza a tutti gli stranieri privati della libertà nel loro Paese». Una libera interpretazione del dettato costituzionale nella quale non è nessun riferimento ad un'accoglienza indiscriminata.

Del resto però il paragrafo si intitola «Le migrazioni oggi come ieri» e in apertura si citano addirittura i Fenici che «hanno attivato i flussi migratori e hanno contribuito a costruire grandi e importanti città nel Mediterraneo».

Orbene, prendiamo dunque esempio niente di meno che dai Fenici e rendiamo gli immigrati che sbarcano sul territorio protagonisti della costruzione di grandi città.

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