Tagliano le pensioni

L'Inps annuncia prelievi forzosi per tutti gli assegni sopra i 2.200 euro al mese Renzi finge di prendere le distanze, ma è complice. Così non tocca gli sprechi dei ministeri

Tagliano le pensioni

Invece di tagliare gli sprechi, il governo sta decidendo di tagliare le pensioni. E siccome non ha il coraggio di dirlo, per vedere l'effetto che fa manda avanti il presidente dell'Inps, Tito Boeri. Il piano annunciato ieri colpisce là dove fa più male, cioè nella classe media già usata come bancomat fiscale durante la vita lavorativa. Questa nuova «tassa Renzi» - che ovviamente sul tema fa l'ambiguo - colpirà i pensionati che percepiscono da 2200 euro netti in su e servirà a tappare i buchi di una manovra economica che il governo sta varando senza avere le coperture necessarie. Siccome pensano che siamo un branco di stupidi, ci prendono pure per i fondelli con l'ennesima balla: il taglio - dicono dall'Inps - servirà a finanziare un fondo per i cinquantenni che rimangono disoccupati (500 euro al mese). Commovente. Il sessantacinquenne in pensione deve mettere mano al portafoglio per mantenere il suo ex collega. Intendiamoci, la solidarietà è una grande cosa, a patto che sia libera e volontaria. Altrimenti si chiama furto, in questo caso rapina perché c'è una costrizione violenta.

Quello di mettere le mani nelle tasche degli italiani è un vizio dei governi di sinistra. Dal prelievo forzoso di Giuliano Amato, correva l'anno 1992, del sei per mille su tutti i conti correnti, fino all'eurotassa di Prodi del 1996: quando i conti non tornano, loro rubano. Toccare i diritti acquisiti sulle pensioni significa cambiare in modo unilaterale il contratto che lo Stato ha stipulato con i cittadini. Renzi e Boeri stanno per comportarsi come quei faccendieri spregiudicati che vivono alla grande e, un attimo prima di fallire, vanno da fornitori e creditori con la proposta capestro: o accetti il 30 per cento del dovuto, oppure porto i libri in tribunale e tu non vedrai un euro.

Ecco, Renzi è proprio come questi zanza. Non vende le Ferrari, non rinuncia alle seconde e terze case, cioè ai lussi dello Stato che sono ancora tanti e folli, più semplicemente fa pagare agli altri i conti della sua bella vita. Aveva promesso dieci miliardi di tagli, ne farà meno della metà perché i suoi ministri e compagni di partito minacciano sfracelli. Quindi via al solito giochino: con una mano ti tolgo la tassa sulla casa, con l'altra ti taglio la pensione.

Crescere non significa portare i benestanti verso la povertà, ma l'inverso. Il riequilibrio al ribasso è un suicidio. Scatenare conflitti sociali tra pensionati e disoccupati è da irresponsabili. Da governi di sinistra.

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