L'ok last minute alla manovra ha salvato l'esecutivo dal rischio di mandare il Paese in esercizio provvisorio. Ma il bilancio tra promesse e fatti del governo gialloverde presenta comunque un saldo negativo: tanti gli impegni rimandati a data da destinarsi (come quota 100 e reddito di cittadinanza, che sono comunque finiti rimandati ad aprile). A cominciare dalla Tav, con l'analisi costi/benefici sulla Torino-Lione che secondo le assicurazioni del ministro dei Trasporti Danilo Toninelli (nella foto) sarebbe dovuta essere pronta «entro dicembre». Il premier Conte, nella conferenza di fine anno, lo ha smentito: «Siamo nell'ambito di una procedura istruttoria, abbiamo incontrato i pro e i conto, andrò sul territorio. Sono come san Tommaso, voglio sempre vedere come vanno le cose. Cercheremo di rispettare l'impegno di dare una risposta prima delle elezioni europee». Niente via libera «entro l'anno» nemmeno per il new deal fortissimamente voluto dalla Lega sulla Legittima difesa, nonostante le promesse di Salvini che voleva «fare di tutto» per chiudere entro dicembre la partita viene rinviata a gennaio. Non si parla più nemmeno dello stop domenicale e festivo ai centri commerciali, promesso da Luigi Di Maio come novità da approvare «entro l'anno».
E pure il primo dossier-simbolo, quello sui riders finito sul tavolo di Di Maio appena insediato allo Sviluppo Economico, non si hanno notizie aggiornate. Sono quasi quattro mesi che il tavolo con aziende e sindacati non viene più convocato, e la soluzione «entro fine anno» che Di Maio era «fiducioso di trovare» è rimasta nell'aria.
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