Via al tavolo sulla Sicilia. Anche Alfano vuole sedersi

In vista delle Regionali, il leader Ap guarda all'intesa con il centrodestra per battere il M5s. La tela di Miccichè

Via al tavolo sulla Sicilia. Anche Alfano vuole sedersi

Nel «cantiere Sicilia» il centrodestra fa le prove per vincere unito contro il M5S e apre la porta ad Angelino Alfano. Potrebbe essere proprio lui il candidato-governatore, anche se Nello Musumeci non ha aspettato l'investitura per autocandidarsi, incassando l'appoggio di Fdi, dopo quello di Stefano Parisi.

Le elezioni regionali del 5 novembre sono il primo test in vista del voto nazionale di marzo e Forza Italia è sicura di poter vincere. Ma serve un'ampia coalizione, che vada oltre gli alleati storici Lega e Fdi (ben poco rappresentati nell'isola) e recuperi i centristi, da Ap del ministro degli Esteri all'Udc di Pierferdinando Casini, a «Cantiere popolare» di Saverio Romano, al gruppo di Raffaele Lombardo.

L'accordo è ad un passo, il coordinatore azzurro Gianfranco Miccichè ne ha parlato giorni fa ad Arcore con Silvio Berlusconi, prima di iniziare la sua settimana di remise en forme a Villa Paradiso, quella dove il Cavaliere andò con Giovanni Toti nel 2014. Tra un massaggio e un pasto light lì sul lago di Garda è sempre attaccato al telefono, per organizzare l'incontro decisivo con Alfano: tra oggi e domenica, probabilmente a Roma e con la significativa presenza di due big azzurri come Gianni Letta e Niccolò Ghedini.

Sembra che l'accordo con Ap abbia una contropartita nella futura legge elettorale. Fi già propone modifiche alle soglie di sbarramento: al 3% in coalizione, al 5 da soli. E per il leader centrista, preoccupato di scomparire dal parlamento, sarebbe una manna.

Quella che il Cavaliere sta preparando è la grande offensiva d'autunno per arrivare ad una riforma con un premio di coalizione. E cerca appoggi per costringere a ragionare Matteo Renzi. Ieri il Guardasigilli Andrea Orlando ha auspicato proprio il premio di coalizione, posizione simile a quella del ministro Dario Franceschini, con il quale Fi ha avuto contatti. E il 14 luglio Letta e Pier Luigi Bersani si sarebbero incontrati all'Hotel Byron di Roma (di proprietà dei consuoceri del primo) per parlare di legge elettorale. L'ex segretario Dem avrebbe assicurato l'appoggio di Mdp sul premio di coalizione, non certo perchè gli interessino alleanze con il nemico Rottamatore, ma per creargli problemi.

Ecco, dunque, che la partita siciliana s'intreccia stretta con quella sulle regole del voto e quella sulle alleanze future.

La corsa in avanti dell'ex presidente della provincia di Catania Musumeci, che vuole essere il successore di Rosario Crocetta, rischia di mettere a rischio la trattativa con Alfano, secondo Miccichè. I sondaggi lo danno in ottima posizione e questo è piaciuto anche a Berlusconi, ma bisognerà sentire il leader di Ap, che da tempo cova il sogno di diventare governatore.

«Il successo è a portata di mano - asssicura Miccichè - Noi arriviamo al25 %, l'abbiamo visto a Palermo, se c'è Ap con il 6-8 possiamo salire al 32, con gli altri possiamo toccare il 40 (M5S è al 37%, ndr). Ma l'interesse dell'intera coalizione deve prevalere sulle ambizioni personali. Non si può chiudere un accordo, con una scelta già fatta: il candidato governatore sarà il migliore, per tutti».

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