Strage di Berlino

Tedeschi ancora divisi in due I profughi sono il nuovo muro

La veglia dei musulmani nella piazza della strage e la protesta nazionalista davanti allo zoo: la Merkel trema

Tedeschi ancora divisi in due I profughi sono il nuovo muro

L e due Germanie. Quella degli islamici berlinesi, che organizzano una veglia con i rifugiati alla Gedächtniskirche e che cantano, insieme ai volontari della città, «We are the world» sul luogo dell'attacco di lunedì. E quella della manifestazione di protesta convocata ieri da Alternative für Deutschland di fronte al vecchio Zoo di Berlino. Tra i due eventi, celebrati a poche centinaia di metri l'uno dall'altro, a un passo dal luogo della strage, si gioca simbolicamente il futuro di Angela Merkel, del suo Paese, e dell'Europa intera, che da una bocciatura della Cancelliera, nelle elezioni politiche del prossimo autunno, riceverebbe uno scossone senza precedenti. In che misura l'establishment tedesco, rappresentato dalla Cdu, al potere per 48 dei 68 anni della Repubblica, riuscirà a gestire l'impatto dei milioni di profughi sbarcati in Germania negli ultimi anni? E fino a che punto la nuova destra di Alternative für Deutschland riuscirà a smuovere gli equilibri dell'ormai ex bipartitismo imperfetto che ha dominato per decenni il Bundestag?

Il confronto tra i due mondi promette di inasprirsi ulteriormente nei prossimi mesi e la spaccatura è anche geografica. Il Muro, il Muro nelle teste, è tornato ad alzarsi sul tema dei profughi e dell'accoglienza. A raccontarlo sono le cifre: da una parte le regioni della vecchia Ddr, dall'altra i vecchi Länder. Nei primi 10 mesi del 2016 il Bundeskriminalamt ha censito 800 atti di violenza contro gli immigrati. Un'enormità che rischia di superare il record del 2015 (1029 attacchi), e di fronte al quale impallidiscono i dati del 2014 (199) e del 2013 (69). Per ogni delitto compiuto nell'Ovest del Paese, cinque vengono commessi ad Est. Nel Meklenburgo le aggressioni contro i profughi sono state 58 per ogni milione di abitanti, in Brandeburgo 51, la media nei vecchi Länder è pari a 10.

Sulla sproporzione pesa la situazione economica: l'Est, pure in crescita, ha un prodotto per abitante che resta poco oltre il 72% di quello dell'Ovest, la disoccupazione è al 9,2%, quasi il doppio che nel resto del Paese dove è ferma al 5,7%. Ma al di là dei problemi materiali resta diversa la cultura politica del cittadino medio. I decenni di «rieducazione» democratica introiettati dopo gli anni del nazismo nell'ex Germania Federale sembrano aver lasciato in eredità una maggiore fiducia nella capacità di gestire l'emergenza «asylanten» e una maggiore stabilità nelle scelte di voto. A Est caduta del comunismo e crollo dell'economia hanno seminato un'incertezza psicologica, che ha rappresentato il terreno di crescita ideale per l'Afd. Ed è proprio la forza del movimento di Frauke Petry nell'Est del paese a spaventare tanto la Merkel e il suo partito.

Se ci si limita all'Ovest infatti, la «minaccia» alla Cancelliera proveniente da destra risulta sostanzialmente ridimensionata. Il miglior risultato, nella tornata elettorale del 2016, è stato il 15% riportato nel Baden Württemberg, mentre in Renania Palatinato, il Land più popoloso, l'Afd si è fermato al 12. Numeri di rilievo ma che non appaiono in grado di rovesciare il sistema politico. Tutt'altra la situazione nell'ex Ddr. Nelle elezioni di settembre l'Afd è risultato il secondo partito del Meclemburgo con il 20,8% dei voti. La stessa cosa è accaduta in Sassonia, con una quota che supera addirittura il 24%.

Proprio da queste regioni potrebbe alzarsi il vento di cambiamento in grado di rendere più difficile la rielezione della Merkel. E i timori della Cdu sono rafforzati dai sondaggi sull'atteggiamento e sulle paure dei tedeschi di fronte all'immigrazione. Secondo una ricerca dell'Università di Lipsia, un cittadino su due prova talvolta la sensazione di essere «straniero nel proprio Paese», per l'eccessiva presenza di immigrati islamici e il 40% sarebbe favorevole a una drastica limitazione degli arrivi. Da rilevare che sulle risposte la distinzione tre Est e Ovest è risultata di fatto irrilevante. Nei vecchi Länder i timori emergenti non si sono ancora tradotti in un cambiamento significativo degli orientamenti di voto.

Il timore della Cancelliera è che la pacchia possa finire presto.

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