Tedeschi colpiti dai profughi I terroristi sono tutti tra loro

Gli autori della maggior parte degli attentati sono rifugiati. Le cellule nascoste nei centri d'accoglienza

Tedeschi colpiti dai profughi I terroristi sono tutti tra loro

Il siriano che non ottiene l'asilo politico e si fa saltare in aria ad un concerto, il pachistano minorenne che è protetto come rifugiato, ma prende a colpi di ascia i passeggeri di un treno, la ragazzina di origine marocchina che accoltella un poliziotto. Per non parlare dei finti profughi arrestati prima di compiere attentati clamorosi nelle grandi città tedesche. In Germania i responsabili della dozzina di attacchi riusciti o sventati dell'ultimo anno sono quasi sempre rifugiati o terroristi che usano la richiesta d'asilo come copertura.

All'inizio di febbraio la polizia tedesca ha arrestato quattro algerini che preparavano una strage a Berlino. Il capo, sospettato di essere stato addestrato in Siria dalle bandiere nere, era ospite di un centro di accoglienza per i rifugiati, dove è finito in manette.

Hamza C., Mahood B. e Abd Arahman A. K. sono tre jihadisti siriani arrestati in giugno a Dusseldorf. La cellula voleva compiere un attentato kamikaze con giubbotti esplosivi nella zona pedonale del centro città. Seguaci dello Stato islamico, almeno due erano arrivati in Germania lo scorso anno con l'ondata di migranti lungo la rotta balcanica.

Ad Hannover una minorenne di origine marocchina, Safia S., ha accoltellato gravemente un poliziotto, dopo aver risposto ad un odine diretto delle bandiere nere giunto dalla Siria. Quando aveva sette anni la futura terrorista era stata immortalata in un video mentre recitava con una cantilena i versi del Corano con il controverso predicatore salafita Pierre Vogel. In Germania si calcola che ci siano 10mila integralisti salafiti, che hanno costruito una rete di organizzazioni caritatevoli per aiutare i profughi musulmani. L'antiterrorismo tedesco, solo nei primi quattro mesi dell'anno, ha segnalato 300 tentativi di reclutamento per la guerra santa, fra i rifugiati, da parte dei salafiti.

In luglio un richiedente asilo afghano di 17 anni, che in realtà era originario del Pakistan, ha ferito gravemente a colpi d'ascia quattro passeggeri di un treno al grido di Allah è grande. Poi Riaz Khan Ahmadzai è stato ucciso dalla polizia, ma nella stanza della famiglia che lo ospitava sono stati trovati una bandiera nera fatta a mano ed il video che annunciava il «martirio» in nome del Califfo.

Lo stesso mese, ad Ansbach, il siriano Mohammed Daleel si faceva saltare in aria all'ingresso di un concerto uccidendo se stesso e ferendo quindici persone. In Germania era arrivato nel 2014, ma doveva venire deportato in Bulgaria, dove era stato registrato come rifugiato. Anche lui ha lasciato un video del suo giuramento di totale fedeltà allo Stato islamico.

Il 13 settembre sono finiti dietro le sbarre Mahir Al-H., Mohamed A. e Ibrahim M., pure siriani, che lo scorso anno si erano spacciati per profughi in fuga dalla guerra dopo essere sbarcati sull'isola greca di Lesbo. Poi avevano proseguito verso la Germania. Il ministro dell'Interno tedesco, Thomas de Maziere, ha confermato che la cellula era collegata al gruppo del terrore di Parigi. I terroristi sono arrivati in Europa con passaporti falsificati dallo Stato islamico. Oltre a molto denaro in dollari avevano con loro dei cellulari con installato un sofisticato sistema di comunicazione in attesa di ordini.

Il mese dopo è scattata la

caccia all'uomo, che ha portato all'arresto di Jaber Al Bakr, rifugiato siriano che aveva dell'esplosivo per colpire una linea ferroviaria o l'aeroporto di Berlino. Il sospetto terrorista si è suicidato nel carcere di Lipsia.

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