Virginia Raggi, Luigi Di Maio e tutto il Movimento Cinque Stelle sono nella bufera. E a quanto pare non sanno come uscirne. Dopo aver mentito sulla conoscenza dell'apertura delle indagini a carico dell'assessore all'Ambiente, Paola Muraro, ora il Fatto Quotidiano ha pubblicato delle conversazioni telefoniche che gettano ulteriori ombre sulla gestione grillina della Capitale.
La telefonata tra Di Maio e Raggi
La telefonata risale a lunedì notte, poco dopo che il sindaco Raggi e l'assessore Muraro erano state ascoltate dalla Commissione Ecomafie. In quell'occasione Muraro e Raggi sono state costrette ad ammettere di essere a conoscenza dell'indagine dal 18 luglio. Cosa che invece avevano negato più e più volte in diverse interviste. Dall'altro lato della cornetta c'è Luigi Di Maio. Anche da tempo al corrente di tutto.
"Andare a deporre in Commissione è stato un suicidio", dice Fulgione. Anche la Raggi è d'accrdo, ma non poteva fare altrimenti. A preoccupare il sindaco ora è la situazione in giunta, con Ama (azienda rifiuti) senza un capo. "La situazione è terribile", dice la Raggi. "Dobbiamo capire per cosa è indagata (la Muraro, Ndr) sinceramente può essere una bolla di sapone. Quando abbiamo fatto la riunione con il mini-direttoro abbiamo detto: capiamo almeno di cosa stanno parlando". A quanto pare la Raggi non vuole indietreggiare sulla Muraro. Chiede a Di Maio di attendere almeno l'avviso di garanzia, anche se il M5S si è distinto negli anni per chiedere, al grido "onestà, onestà", le dimissioni di chiunque fosse finito nel mirino del pm.
Fulgione infatti interviene: "Lei ha fatto una cazzata a dire di non essere indagata". "L'avviso di garanzia è una cosa precisa - ribatte la Raggi - che ti permette di circostanziare. Può essere il nulla".
Poi la discussione si sposta sulla famosa mail che la Taverna ha scritto a Luigi Di Maio per informarlo dell'indagine, anche se il vicepresidente della Camera fino a ieri negava di averla ricevuta. "Questa sera Stefano (Vignaroli, deputato M5S, Ndr) ha detto che si ricorda che Paola (Taverna) ti ha scritto", dice la Raggi. "Chi sa della mail? - chiede Fulgione - Non possiamo rivelare la questione della mail". La risposta di Di Maio non è stata riportata dal cronista del Fatto Quotidiano perché non ha potuto ascoltarle. "No abbiamo nessuna protezione - spiega la Raggi - Minenna (ex assessore al Bilancio, dimissionario) era presente quando abbiamo fatto la riunione...continuiamo a sostenere quanto ho sostenuto, cioè che dobbimo vedere prima le carte. prendiamo il tempo necessario. E mettiamo un'altra testa in Ama".
La preoccupazione della Raggi infatti è quella di non saper mettere le mani sulla questione rifiuti. Si fida della Muraro, ma senza di lei è senza armi. Il sindaco confida addirittura a Di Maio: "Non so che fare". Tanto da pregare il membro del direttorio nazionale: "Datemi qualcuno Luigi, siamo senza Ama e senza assessore. Io un'altra così non la trovo. O mi dite cosa fare o andiamo a casa". Poi conclude: "Così noi andiamo a casa. Lei (Muraro, Ndr) è l'unica che sa come funzionano queste cose".
Probabilmente la Muraro presenterà le dimissioni. Il suo errore è stato quello di "aver detto che non era indagata". La Raggi si dice pronta ad accettare le dimissioni anche se non appare affatto convinta ("No dovrebbe dare le dimissioni"). Il sindaco sa che "se facciamo un passo indietro affondiamo" e si sente in un vicolo cieco.
Sulla linea da tenere il sindaco spera di potersi affidare al buon cuore dei cittadini. Sa di aver detto una bugia nel non comunicare l'indagine sulla Muraro. Ma ormai la frittata è fatta.
Come rimediare? "I cittadini apprezzano il riconoscimento dell'errore. Dico: 'Mi spiace non avervi informato, ma volevo sapere per cosa era indagata'". Ma poi, dopo aver chiuso la chiamata con Di Maio, si confida a Fulgione: "Non posso chiedere scusa così".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.