Coronavirus

Tensioni con i renziani: il testo slitta tre volte. I dubbi del centrodestra

Soltanto ieri sera il cdm con tutte le misure Iv: più aiuti agli autonomi. Veto su Arcuri

Tensioni con i renziani: il testo slitta tre volte. I dubbi del centrodestra

Con il decretone il presidente del Consiglio Giuseppe Conte non vuole solo ridare fiato a un'Italia stremata dall'emergenza Coronavirus. Ma punta a un secondo obiettivo: chiudere le polemiche sia all'interno della maggioranza che con le Regioni del Nord.

La prima mossa è ricucire lo strappo (sulle mascherine) con il presidente della Lombardia Attilio Fontana: «La nostra priorità è far lavorare in sicurezza medici, infermieri e tutto il personale sanitario che con coraggio e spirito di abnegazione si sta prodigando per la cura dei cittadini, dedicandosi a questa emergenza sanitaria senza risparmiare energie. Come governo siamo strenuamente impegnati - e io stesso attraverso contatti con i miei omologhi - per procurare in tempi brevissimi i dispositivi di protezione che consentano loro di lavorare in massima sicurezza. C'è massima attenzione per la situazione in Lombardia», dichiara Conte.

Una mossa che non cancella le tensioni che hanno imposto per tre volte il rinvio dell'approvazione del decretone (il cdm fissato per sabato e poi per ieri mattina è stato rinviato alle 21 di ieri). Lo slittamento è frutto di una serie di contese tra ministri e partiti di maggioranza. La scelta di Domenico Arcuri come commissario straordinario ha trovato sin da subito il disappunto di Italia Viva. I renziani puntavano a una figura con maggior esperienza nel campo delle emergenze. E un'altra crepa con Iv si è aperta su autonomi, partite Iva e ditte individuali. I renziani hanno chiedevano maggior tutela, bollando come «insufficienti le misure contenute nel decretone per gli autonomi». Le difficoltà nel governo spingono il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi a rilanciare l'offerta di aiuto: «Continuiamo a collaborare con senso di responsabilità con il governo e le autorità europee, senza alcun interesse di parte, per difendere la salute dei cittadini, le migliaia di posti di lavoro a rischio, le aziende italiane dalla speculazione e, in definitiva, il nostro stile di vita. Siamo convinti che si debba attuare una immissione di liquidità nel sistema economico e anche una ulteriore riduzione dei tassi di interesse. Serve una medicina fiscale: la riduzione del carico delle imposte sul reddito e del costo del lavoro per le imprese».

Di decreto incompleto e insufficiente parla Mariastella Gelmini, capogruppo Fi alla Camera dei Deputati: «Testo largamente incompleto che non sarà oggetto di polemiche sterili. Come forza di opposizione costruttiva, cercheremo di valutare nel merito le proposte del Governo e di migliorarle. Anche se alcune indicazioni fornite da Forza Italia e messe a punto dai nostri dipartimenti sembrano essere state in parte accolte, su altri punti ci pare invece che il decreto sia ancora carente. Noi comunque cercheremo di migliorarlo in Parlamento. Bene gli stanziamenti per la sanità, la cassa integrazione per tutti i lavoratori dipendenti; manca però un serio riconoscimento premiale agli operatori della sanità, mentre sul fisco il governo fa il gioco delle tre carte. Carenti appaiono anche le misure sui lavoratori autonomi, sugli affitti e sui problemi di liquidità di piccole e medie aziende».

La Lega fa notare come i litigi nella maggioranza abbiano impedito una reale condivisione del decreto. Lo scontro nella maggioranza più duro si consuma però sul capitolo tasse: i ministri grillini puntavano all'eliminazione dei tetti per la sospensione dei versamenti.

Gualtieri è stato irremovibile.

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