Dal territorio al rinnovamento Il piano di Parisi in cinque punti

Contenimento dei costi, identità di partito e civismo: ecco i temi su cui si concentrerà l'opera di rilancio di Forza Italia

Dal territorio al rinnovamento Il piano di Parisi in cinque punti

Roma - Le impressioni e i commenti dei coordinatori regionali, reduci dal primo faccia a faccia con Stefano Parisi, potrebbero essere riprodotti in fotocopia. «Il suo è un approccio rispettoso e attento, si muove in maniera felpata, vuole ascoltare e capire cosa accade davvero sui territori e capire quali leve bisogna muovere per riconquistare il consenso perduto». Sì, perché l'uomo incaricato da Silvio Berlusconi di fare una attenta radiografia dei punti di forza e di debolezza di Forza Italia non vuole soltanto lasciare una buona figura e i tre punti, come si dice in gergo calcistico per una squadra bella e poco concreta, ma vuole gettare le fondamenta per tornare a vincere, laddove possibile.

Il contatto telefonico con Silvio Berlusconi è continuo, pressoché quotidiano. L'intenzione, una volta assimilate le informazioni provenienti dai singoli coordinamenti regionali e capito il funzionamento della «macchina», è quella di portare ad Arcore, subito dopo l'estate un piano per ricostruire Forza Italia dalle fondamenta e rilanciarne il brand, senza escludere un possibile cambio del nome. Il tutto passando attraverso la sua Leopolda del 16 e 17 settembre in cui partendo da contenuti, riflessioni e proposte per l'Italia si muoverà su un terreno parallelo, ma consustanziale alla politica.

Parisi nel giro di orizzonte con i coordinatori non si è sbottonato più di tanto sulle sue intenzioni. Lui stesso ribadisce che prima di decidere cosa fare, bisogna capire davvero cosa è Forza Italia oggi e definire il luogo politico del centrodestra, o meglio dell'area «liberal-popolare», come lui ama chiamarla. Alcuni punti ricorrenti, però, emergono dal confronto con i dirigenti regionali, ipotesi di lavoro su cui l'ex direttore generale di Confindustria ha battuto con forza in questo battesimo del fuoco.

Il primo riguarda le squadre di lavoro sul territorio. Serve armonia per lavorare al meglio e quindi è necessario formare team affiatati che possano interagire al meglio e lavorare sodo, archiviando la logica dei «nominati». Il secondo punto riguarda il rapporto con il civismo e il movimentismo, fattori fondamentali a cui non bisogna rinunciare nella logica dei vasi comunicanti con Fi, senza per questo venire meno al dovere della militanza e del contatto con il territorio. Un imperativo che si coniuga con la necessità di un raccordo tra il partito centrale, i sindaci e gli amministratori locali visto che proprio questi ultimi sono i veri ambasciatori e i testimonial della buona amministrazione, quelli in grado di smuovere i potentati e diventare cinghia di trasmissione per il rilancio.

Il terzo punto è quello relativo alla necessità di creare le condizioni per un partito low-cost, attraverso eventi di fund-raising sul territorio. Il quarto riguarda la riconoscibilità di Forza Italia attraverso il suo programma: per questo si pensa a manifesti di proposte regionali facilmente riconoscibili che restituiscano identità al partito, proposte che Parisi dovrà rendere omogenee a livello nazionale. Quinto e ultimo punto - ovviamente il più temuto dentro le file azzurre - è quello relativo al rinnovamento.

Parisi ha puntualizzato di non avere alcuna intenzione di «fare tabula rasa», come gli è stato attribuito. Ma è chiaro che attirare volti ed energie nuove, dialogare con la società civile e rinnovare il partito è uno dei suoi obiettivi, anche attraverso il rilancio dei think-tank di centrodestra.

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