"Testa a testa in Liguria" Il premier ha paura e riscopre il voto utile

Renzi attacca la sinistra Pd del "perdente" Pastorino: così rianimate il centrodestra. Poi precetta i big del partito: tutti a sostenere la Paita

"Testa a testa in Liguria" Il premier ha paura e riscopre il voto utile

A dieci giorni dal voto, è sempre la Liguria in cima alle preoccupazioni in casa Pd. Una Liguria in cui, a sentire chi ai piani alti del Nazareno compulsa i sondaggi, c'è un serio rischio di «testa a testa» tra la candidata renziana Raffaella Paita e quello berlusconiano Giovanni Toti. E una sconfitta del Pd in una regione storicamente rossa fornirebbe un formidabile assist ai suoi nemici, come dice lo stesso Matteo Renzi: «C'è qualcuno al nostro interno che sogna che le Regionali vadano male, per aprire il giorno dopo una polemica interna». Ieri mattina, prima di volare a Vicenza a sostenere la candidata del Veneto Alessandra Moretti (che di chance di vittoria non ne ha molte, come si sapeva dall'inizio), Renzi ha convocato la segreteria del partito per fare il punto sul rush finale della campagna elettorale, nel quale il segretario si impegnerà in prima persona. Oggi sarà a Salerno con De Luca, ma poi tornerà anche in Liguria, dove ha chiesto a tutti i big del partito di andare a cercar voti per il Pd e la Paita: «Non possiamo essere noi a rianimare il centrodestra con le nostre divisioni», ha avvertito, mettendo nel mirino quel pezzo di sinistra ex Pd, da Sergio Cofferati a Pippo Civati, che ha buttato in pista la candidatura del deputato Pd Luca Pastorino per tentare di far inciampare Renzi.

In verità, la drammatizzazione del «pericolo Liguria» serve al premier per tentare di recuperare elettori a sinistra, usando il meccanismo del voto utile: se disperdete consensi su candidati perdenti come Pastorino fate vincere Berlusconi, è il messaggio che serve a rianimare la base. Perché il vero rischio, in molte regioni, è quello dell'astensionismo: «In Toscana neppure io, che faccio politica lì da una vita, mi ricordo il nome degli avversari di Enrico Rossi», dice ad esempio David Ermini, responsabile Giustizia del Pd. «E quando il risultato sembra scontato, molti elettori se ne stanno a casa». Ecco perché occorre alzare il livello di allarme, e in Liguria le premesse ci sono tutte. «C'è un problema serio – dice un ligure di primo piano come il ministro Andrea Orlando – e in questi ultimi giorni bisogna lavorare sodo per cercare di recuperare un grosso pezzo di elettorato di sinistra che rischia di allontanarsi dal Pd». Anche se il Guardasigilli è convinto che alla fine sarà Raffaella Paita a vincere. Con un handicap grave, però: in base alla legge elettorale regionale, se non supera il 35% non avrà la maggioranza in Consiglio regionale.

E occorre sperare che Ncd abbia un buon risultato, e dia il suo appoggio alla presidente Pd. Altrimenti c'è il rischio di dover chiedere i voti a Forza Italia, creando un mini-patto del Nazareno, con la conseguenza di spaccare ulteriormente la sinistra.

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