Tornano le piazze anti green pass. Aerei, treni e navi: obbligo da subito

Martedì la cabina di regia, poi il Cdm. Draghi vuole l'accordo sulle misure anti Covid: dal 6 agosto per i trasporti a lungo raggio. La Lega è contraria. Brunetta: "Se serve, subito una legge"

Tornano le piazze anti green pass. Aerei, treni e navi: obbligo da subito

Chiusa la partita sulla giustizia si riapre l'altro fronte caldo per il governo. Mentre in una ventina di piazze si accendono ancora le proteste del popolo No Pass (in 10mila a Milano, il sit-in più numeroso), il nuovo decreto con cui estendere ulteriormente l'uso del certificato verde è atteso in Consiglio dei ministri in settimana. Martedì nella cabina di regia politica - dopo aver sentito il parere del Cts sulla curva epidemiologica - il premier Mario Draghi dovrà tentare una sintesi tra posizioni che restano lontane, con la Lega di Matteo Salvini che è nettamente contraria ad ampliare ancora le attività per cui è richiesto l'obbligo del pass. Dal 6 agosto il documento - rilasciato dopo 15 giorni dalla prima dose, dopo il completamento del ciclo vaccinale, dopo un tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti o dopo la guarigione dal Covid nei sei mesi precedenti - sarà necessario per accedere a ristoranti e bar al chiuso (nel caso di consumo al tavolo, ma non al banco), a cinema, teatri, piscine, palestre, congressi ed eventi, parchi tematici e di divertimento, musei. Ma sembra certo che il governo allungherà la lista anche ai trasporti di lunga percorrenza - treni, aerei, navi e traghetti -, mentre dovrebbero rimanere esclusi dall'obbligo bus, tram e metro. La verifica verrà fatta all'imbarco dal personale e dai controllori, e senza il certificato non si potrà salire a bordo. Protesta ancora la categoria dei ristoratori che chiede di inserire nel decreto una modifica che li esoneri dalla responsabilità dei controlli sui clienti che vorranno accedere ai loro locali al chiuso.

Va però trovato l'accordo politico. Salvini chiede di non introdurre il certificato sui treni a lunga percorrenza e di eliminarlo per i ristoranti degli alberghi («Come fa una famiglia in vacanza con figli sotto i 12 anni? Mica può fare il tampone tutte le sere»), e anche di rinviare ogni decisione a fine estate. Renato Brunetta (Forza Italia), ministro della Pubblica mministrazione, apre all'obbligo: «Se serve, facciamo una legge che obblighi alla vaccinazione la popolazione italiana o quantomeno certe categorie come quelle della sanità e della scuola».

Resta da capire da quando l'estensione potrebbe entrare in vigore. Se già dal 6 agosto, come sembrava orientato il premier, o da una data successiva. L'obiettivo dell'esecutivo è contenere il rischio contagi nelle settimane più intense per il turismo, con i flussi di partenze e rientri dalle vacanze. Il timore è che un nuovo picco possa compromettere la riapertura delle scuole a settembre e il ritorno al 100% in presenza degli studenti. Un target, quello del rientro completo nelle aule, che è già stato messo nero su bianco nel piano del ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi e su cui non si vuole arretrare.

C'è l'incognita sull'obbligo vaccinale per docenti e impiegati (le stime indicano in circa 220mila i dipendenti scolastici che ancora non si sono vaccinati), con l'associazione dei presidi che chiede di introdurre il green pass oltre che per il personale anche per gli studenti. Altrimenti, avverte, il rischio è tornare alla didattica a distanza. Per la Lega di obbligo per i ragazzi non se ne parla e anche Fratelli d'Italia attacca: «È facile dire al mondo della scuola di vaccinarsi ma questo non è sufficiente. Dove sono gli spazi, i trasporti, il numero giusto di alunni per classi, il sistema di aerazione e il necessario distanziamento?». L'opzione per ora sembra congelata, mentre si cerca di accelerare la campagna di immunizzazione dei giovani. Resta però da sciogliere il complesso nodo dei trasporti per garantire il rientro in sicurezza: il Cts ha chiarito che la capienza limitata all'80 per cento non basta per assicurare il distanziamento.

Fondamentale allora il potenziamento del parco mezzi - una voce per cui sono stati stanziati 450 milioni di euro nel decreto Sostegni bis - tanto che il governo ha già chiesto alle Regioni di trasmettere i loro piani di ampliamento.

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