Solo il tempo (e forse il tanto atteso congresso d'autunno) potrà dire se hanno ragione gli apocalittici, che vedono imminente la fine di Forza Italia, o gli integrati, convinti che il partito può rinascere a nuova vita attraverso una decisa ristrutturazione. Il tema condiviso da tutti, però, è il futuro ruolo dei moderati nello scenario politico. E anche il politologo Angelo Panebianco ieri sul Corriere della Sera evidenziava la necessità di superare un bipolarismo dannoso più che imperfetto. «È nella logica imposta dall'attuale sistema elettorale - scrive Panebianco - che, prima o poi, un partito neo-centrista nasca (dallo sfaldamento di Forza Italia e da scissioni nel Pd)». Idea però tempestivamente respinta da Mariastella Gelmini. La presidente dei deputati azzurri dice che il partito di centro prefigurato da Panebianco, capace «alternativamente di allearsi con la destra o con la sinistra, in effetti non c'è». La Gelmini ribadisce che la rotta di Forza Italia è ancora ben salda nel mare del centrodestra. E che il ruolo di bilanciamento (tipico di una forza moderata) Forza Italia lo può esercitare con efficacia proprio all'interno della coalizione con cui si era presentata alle ultime politiche. Stante questo sistema proporzionale con la correzione maggioritaria, suggerisce la presidente dei deputati azzurri, «sarebbe un errore strategico correre in solitaria». Errore che «genererebbe un'ulteriore instabilità, o un governo di destra-destra che isolerebbe ulteriormente l'Italia in Europa». Ogni riferimento al «progetto Toti» è, ovviamente, tutt'altro che casuale.
La mossa del governatore della Liguria di organizzare un'assemblea per il prossimo 6 luglio a Roma (da molti considerato già come atto costitutivo di un nuovo soggetto politico) lascia perplessi tanti suoi compagni di partito. «Penso che sarebbe utile che Giovanni Toti chiarisse il contenuto e gli obiettivi della convention del 6 luglio - commenta la vicepresidente della Camera, Mara Carfagna - È una richiesta di radicale rifondazione di Forza Italia? Vuole fondare un nuovo partito? Partecipa, come disse in passato, a un tentativo di allargamento di Fdi? È importante saperlo».
Il dibattito quindi si sta spostando progressivamente sulla scelta di Toti. C'è infatti chi come Gaetano Quagliariello plaude all'iniziativa. «L'idea di Giovanni è utile - dice - e mi pare che vada nella direzione auspicata da Idea, che è nato come movimento teso a mettere in moto un processo che potesse far nascere una sorta di Partito delle Libertà, rivisto e corretto». O come Paolo Del Debbio che suggerisce a Berlusconi di cambiare atteggiamento nei confronti di Toti. E intervistato da La Verità commenta: «Fino a poco tempo fa mi sembrava ci fosse un veto di Salvini e Giorgia Meloni su Berlusconi e Antonio Tajani. Dopo l'intervista a Dritto e rovescio di giovedì non ne sono più sicuro».
Di tutt'altro avviso Micaela Biancofiore, coordinatrice di Forza Italia per il Trentino Alto Adige. «Toti si è messo sulla scia di Alfano - spiega - Annuncia un suo nuovo movimento ma anche no nella speranza mai sopita di una nuova incoronazione da parte di Berlusconi.
E nel frattempo inveisce contro tutto quello che Berlusconi ha creato e contro quel vertice del quale lui ha fatto parte». Le fa eco Alessandro Cattaneo del comitato di presidenza di Forza Italia. «Pur ammettendo che Toti dica cose condivisibili, va ribadito che certe battaglie si fanno dentro il partito, non da fuori».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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