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Toti mette la freccia di sorpasso: "Per noi è già una sfida vinta"

Il candidato di Forza Italia all'arrembaggio: "Il Pd ormai ha perso qualsiasi credibilità"

Giovanni Toti ieri in una bottega di Cogoleto, in provincia  di Genova
Giovanni Toti ieri in una bottega di Cogoleto, in provincia di Genova

nostro inviato a Genova

Mattinata di interviste in tv, da una rete all'altra. Per invitare i liguri a non farsi irretire, questa volta. Per liberarsi dalla cappa di quel profondo rosso che, da dieci anni costringe la regione all'ignavia. È il rush finale di Giovanni Toti, il candidato delle sorprese e della chiarezza, che ha conquistato i liguri e a, dispetto di tutte le previsioni della vigilia, ha fatto mettere la freccia al centrodestra per sorpassare la piddina Raffaella Paita, tanto sponsorizzata da Claudio Burlando e dal premier Matteo Renzi. Mattinata che preludeva al grande abbraccio di tutto lo stato maggiore di Forza Italia e dei principali esponenti dei partiti membri della coalizione, che a Genova ieri hanno voluto congratularsi con Toti per la sua tenacia e la sua determinazione in questa campagna elettorale.

«Significa che il partito ci crede fino in fondo e che l'esperimento di coalizione che siamo riusciti a mettere in piedi qui, merita attenzione perché è davvero un prototipo. Perché la Liguria è diventata un laboratorio politico del centrodestra», esordisce Toti. Bilanci? «Per noi la Liguria è già una sfida vinta. Perché non siamo solo in carreggiata, ma siamo in corsa e abbiamo messo all'angolo il Pd. Certo, pensiamo anche di vincere ma in ogni caso la riteniamo già una vittoria politica gigantesca».

Avvisi ai naviganti, o meglio, agli elettori? «Agli elettori di questa nostra splendida regione da troppo tempo abbandonata a se stessa, diciamo che vogliamo riportare questa regione alla normalità perché non è normale che in questa regione la sanità faccia aspettare un anno per un esame e costi 800 euro in più della regioni virtuose. E che non è normale, altra tristezza, che arrivino le navi dei clandestini invece delle navi dei turisti. Per dieci anni questa regione è stata gestita a beneficio di pochi, cioè gli esponenti del Pd e a discapito di molti cittadini liguri su cui pesa anche un tasso di disoccupazione giovanile al 50 per cento. Bisogna ritornare alla normalità di una regione del Nord che costruisca le sue infrastrutture bloccate per dieci anni dal partito democratico. La Liguria deve tornare ad avere una visione del futuro, del suo futuro, che ha perso. Perché non è neppure normale che un partito che da dieci anni governa questa regione in modo monocratico prometta per domani ciò che non è riuscito a fare ieri. Il Pd ha perso qualsiasi credibilità». Poi una stoccata a proposito della presentabilità. «Noi non abbiamo detto una parola sulla Paita perché siamo garantisti, ma si tratta, pur sempre, di un assessore che è indagato perché ha così mal gestito l'emergenza alluvioni. Candidare lei stata una scelta di rara arroganza, prima ancora che incomprensibile, da parte del Pd». E l'appalto per l'ospedale di La Spezia alla vigilia delle elezioni? «Burlando, la Paita e il Pd dicono che è normale il maxi-appalto per l'ospedale di La Spezia assegnato a 7 giorni dal voto all'editore del loro giornale di partito: l'Unità . Normale, per loro. A me non sembra normale. E non mi sembra normale neppure la difesa fatta dagli esponenti di Liguria Libera. Ma non erano alternativi alla sinistra? Basta giochini, accordi sotto banco, consociativismo peloso e interessato. Domenica cambiamo davvero la Liguria: il Pd all'opposizione.

Certo fa anche un po' specie che Pessina ora minacci querele. Nessuno ha mai detto, né è stato scritto sui giornali che l'appalto gli è stato assegnato irregolarmente. Abbiamo solo criticato questo tipo di atteggiamento. Ma evidentemente qualcuno non ama essere criticato».

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