Dopo il tour in Usa, la visita al Papa Il leader dem vuol fare il "federatore"

Zingaretti lavora per rafforzarsi e battere il duo Sala-Bonaccini

Dopo il tour in Usa, la visita al Papa Il leader dem vuol fare il "federatore"

Nicola Zingaretti gioca una doppia partita. La prima, tutta sul fronte esterno, si gioca nella metà campo del governo con il premier Giuseppe Conte e gli alleati dei Cinque stelle per ridisegnare gli assetti della maggioranza e gettare le basi per una futura alleanza politica. C'è poi una seconda partita, tutta sul terreno del Pd, che il segretario sta disputando. Che ha come obiettivo finale il consolidamento della leadership politica dello stesso Zingaretti. E in questo secondo match che ieri il capo dei dem ha provato a mettere a segno un gol a proprio vantaggio con l'incontro riservato in Vaticano con Papa Francesco. Ufficialmente, il colloquio rientra nella tradizionale visita di inizio anno del presidente della Regione Lazio in Vaticano. Ma nella sostanza Zingaretti ha varcato le soglie della Santa Sede nella veste di leader del Pd. Indossando l'abito del federatore di una coalizione anti-Salvini.

È da tempo che il governatore del Lazio lavora sulla propria leadership, cercando sponde in Vaticano e negli Stati Uniti. A metà novembre, dall'11 al 13, Zingaretti ha fatto tappa negli Usa, dove era più conosciuto il fratello-attore Luca Zingaretti. Un tour per incassare la benedizione del Partito democratico americano. Negli States il segretario del Pd ha incontrato Bill Clinton e il sindaco New York Bill De Blasio. Poi è volato a Washington dove ha avuto un faccia a faccia con la speaker della Camera Nancy Pelosi, terza carica dello Stato, impegnata sul fronte dell'impeachment a Trump. Tappe obbligate, per chi (Zingaretti) non ha ancora rinunciato a giocare la partita per la leadership del centrosinistra. Prima della visita negli Stati Uniti, il segretario dei dem aveva fatto il giro nelle segreterie dei partiti socialisti in Europa. Con l'incontro in Vaticano il cerchio si chiude.

Del colloquio con Papa Francesco, Zingaretti dà solo qualche spunto su Facebook: «Oggi ho incontrato Papa Francesco. Un bellissimo colloquio sulle cose di cui gli Anni Venti appena iniziati hanno bisogno: pace, giustizia sociale, equità, sviluppo sostenibile. Faremo di tutto per essere coerenti». Parole di rito.

La strategia del segretario del Pd appare molto chiara: Zingaretti punta a essere il riferimento della sinistra cattolica che si riconosce nel pontificato di Bergoglio. Ma rischia però di non essere più il riferimento del Pd. Avanza in casa dem la coppia Sala-Bonaccini. L'asse tra il sindaco di Milano Beppe Sala e il governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini spaventa Zingaretti. C'è una certezza che sta venendo meno: fino a poche settimane fa, Zingaretti era convinto di essere l'unico candidato al prossimo congresso annunciato per la primavera. Sicuro di giocare una partita dall'esito scontato. Nuovo congresso, nuova investitura. Certezza crollata nelle ultime settimane. Sala e Bonaccini valutano l'idea di essere della partita. Schierare un candidato anti-Zingaretti. Al momento è solo un'ipotesi. Nulla di concreto. Molto dipenderà dall'esito delle elezioni regionali in Emilia.

Però basta l'ipotesi a preoccupare il leader del dem. Tanto che Zingaretti è tentato da una mossa: andare al voto anticipato per far slittare il congresso. Salvando così una leadership che sta costruendo con tanta fatica e relazioni.

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