Tre candidati (e mezzo) per guidare la Cdu il partito affondato dalla delfina della Merkel

Dopo la Kramp-Karrenbauer in corsa Röttgen, Merz e il ticket Laschet-Spahn

Tre candidati (e mezzo) per guidare la Cdu il partito affondato dalla delfina della Merkel

Berlino Fino a una settimana fa, l'unico candidato ufficiale per la guida del partito cristiano democratico tedesco (Cdu) era l'ex ministro dell'Ambiente Norbert Röttgen. Domenica scorsa, però, ad Amburgo i moderati hanno raccolto l'11,2% dei voti, il peggiore risultato degli ultimi 70 anni. La batosta ha aiutato il partito a rompere gli indugi: il giorno dopo, la direzione nazionale della Cdu ha convocato un congresso straordinario del partito per il prossimo 25 aprile. Quel giorno i delegati sceglieranno il successore della dimissionaria Annegret Kramp-Karrenbauer, l'ex delfina di Merkel diventata presidente della Cdu nel dicembre 2018 ma presto rivelatasi inadeguata al ruolo di leader.

Martedì hanno ufficializzato la loro candidatura l'attuale vicepresidente del partito e premier del Nord Reno-Vesftalia, Armin Laschet, il ministro della Salute dell'attuale governo Merkel, Jens Spahn, e l'ex capogruppo della Cdu nonché storico rivale della cancelliera, Friedrich Merz. «Da oggi abbiamo l'alternativa tra continuità e rinnovamento: io sono per il rinnovamento», ha annunciato il candidato anti-Merkel. Merz intende riposizionare la Cdu più a destra per recuperare i voti franati verso i sovranisti di AfD dopo che la cancelliera ha aperto ai profughi mediorientali. Già consulente del fondo d'investimento BlackRock, Merz non è uno che le manda a dire: «Quando un governo perde il controllo sull'immigrazione, non deve sorprendersi di perdere la fiducia della gente». Il candidato di rottura ha anche auspicato un ruolo più forte per il suo paese in Europa e nel mondo: «La Germania deve essere pronta a guidare», ha detto. «Questo ci si aspetta da noi».

La vera sorpresa è arrivata però dagli altri due concorrenti: anziché scendere in campo ognuno per conto proprio, il governatore Laschet e il ministro Spahn, hanno annunciato un ticket all'americana con il 59enne premier regionale alla guida del duo. Simile all'arrocco negli scacchi in cui re e torre muovono insieme, la mossa ha spiazzato gli avversarsi. Se Merz è popolare sulla destra del partito, Laschet è di fatto un peso massimo. Centrista come Merkel ma con la fame di duro in tema di sicurezza, a giugno 2017 Laschet ha strappato il più popoloso dei Länder tedeschi dalle mani della sinistra. Oggi la sua parola d'ordine è «coesione». «Siamo economicamente forti eppure c'è molta insoddisfazione nella società, aggressività, rabbia, odio: non possiamo permetterlo». Il 40enne Spahn da parte sua non è solo un ministro brillante ma incarna le preferenze dei giovani conservatori, scontenti di Merkel ma poco entusiasti di un Merz rimasto in naftalina dal 2002 al 2018.

Con Spahn al suo fianco, il mite Armin ha messo una seria ipoteca sulla guida del partito. Il prossimo leader della Cdu avrà un anno di tempo per ottenere dal partito e dai fratelli cristiano-sociali bavaresi (Csu) l'incarico di candidato cancelliere del fronte moderato.

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