Tria nel mirino dei grillini. Si scalda l'economista d'area

Di Maio chiama Andrea Roventini che in tv ammette di essere pronto. Alla Camera ministro "silenziato"

Tria nel mirino dei grillini. Si scalda l'economista d'area

La poltrona di Giovanni Tria resta in bilico. Il M5S è pronto a giocare la carta Andrea Roventini per sostituire il vertice del ministero dell'Economia. La trattativa per un cambio in corsa in via XX settembre è spuntata lunedì sera in diretta tv, ad Otto e Mezzo. In collegamento da Parigi c'è Roventini, professore associato alla Scuola superiore Sant'Anna di Pisa, attualmente in trasferta come ricercatore provvisorio all'Università Sorbonne. Ma soprattutto l'uomo che Luigi di Maio voleva alla guida del Tesoro. Prima l'ex premier Mario Monti, poi la Gruber incalzano il prof sull'ipotesi di sostituire Tria alla guida del Mef. Tutti si aspettano la smentita secca. E invece, Roventini non esclude il ritorno a breve in Italia per soffiare la poltrona a Tria. È la conferma di come l'opzione di defenestrare il titolare dell'Economia sia oggi sul tavolo della maggioranza. «Fare il ministro non è semplice ma è una bella sfida. Stare chiuso in un ufficio a scrivere articoli senza mettere in pratica le proprie idee non è quello a cui penso» - dice Roventini a Otto e Mezzo. Parole che spingono Lilli Gruber ad essere più diretta: «C'è la possibilità che lei sia chiamato a fare il ministro se Tria si dimette?». «Vediamo gli sviluppi», ribatte l'economista grillino. Messaggio che rende debolissima la posizione del ministro dell'Economia. È da almeno una settimana che Di Maio pare abbia allertato Roventini. Ragionando sull'ipotesi di far saltare Tria. Il volto dialogante, mostrato dall'economista pentastellato dalla Gruber, è un altro indizio: nessun braccio di ferro con l'Europa. E poi il riconoscimento in tv dell'importante funzione svolta dai mercati. Considerati, fino a oggi, i nemici della maggioranza pentaleghista. Due mosse che servono ad aprire un canale con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, cui spetta l'ultima parola sul nome del ministro dell'Economia. Il profilo di Roventini è una garanzia per l'ala grillina dell'esecutivo. Basta rileggere l'intervista, rilasciata il 25 settembre a Business Insider, in cui l'economista boccia flat tax e cancellazione della Fornero. Posizione con la quale si è attirato, però, le antipatie di Matteo Salvini. C'è poi da superare lo scoglio più grande: la benedizione del Colle. Il Quirinale, fino ad oggi, ha offerto un ombrello istituzionale a Tria. Non sarà una passeggiata convincere Mattarella ad accettare un avvicendamento in via XX settembre. Il ministro Tria avverte l'accerchiamento e prova a uscire dall'angolo. Ieri un'altra giornata di passione: Bankitalia e Corte dei Conti hanno smontato il Def. Il ministro è prigioniero di Salvini e Di Maio. E anche del ministro per gli Affari europei Paolo Savona che negli studi di Porta a Porta ammette: «Il mio compito è quello di spingerlo un po». Nel pomeriggio, Tria è rimasto inchiodato per tre ore in commissione Bilancio. Offrendo l'immagine plastica del sentiero stretto e sotto costante controllo della Lega in cui si muove. Il presidente della commissione Claudio Borghi ha spento il microfono al ministro mentre Renato Brunetta lo incalzava con alcune domande. In particolare, sull'ipotesi di modificare il Def nel caso in cui lo spread salga. Reazioni che certificano il nervosismo nella maggioranza.

Cosa temono i leghisti? Forse che il ministro Tria possa riconoscere un'amara verità. Verità, che ieri è stata già accennata a piccole dosi: la cancellazione della Fornero va rivista. Mentre il reddito di cittadinanza diventa un investimento di cittadinanza.

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