«Trieste area tax free» E 229 non pagano più

Lodovica Bulian

Fanno sapere che no, quest'anno non verseranno un euro di Tasi, Tari, Iva, Irpef, Irap e qualsivoglia balzello richiesto dallo Stato italiano. Rivendicano la loro indipendenza dalla giurisdizione di Roma e pretendono di essere riconosciuti come zona tax free.

Un mix di rigurgiti secessionisti rinfrancati dall'onda Brexit e una buona dose di esasperazione hanno dato vita nell'estremo Nordest alla rivolta di 229 triestini contro il Fisco. Una «carnevalata mediatica» l'ha definita il vice ministro dell'Economia Enrico Zanetti. Eppure sembrano fare sul serio, questi agguerriti «dissidenti» che nel 2014 si sono autoproclamati appartenenti al «Territorio Libero di Trieste», una rievocazione, nelle intenzioni, di quello istituito con il trattato di Parigi del 1947 e poi riunificato all'Italia nel 1954 con il memorandum di Londra. Che loro non considerano valido, e ora sono determinati a condurre un braccio di ferro con l'Agenzia delle Entrate e con il governo, che tramite il prefetto Annapaola Porzio ha già annunciato pignoramenti e sanzioni nei confronti degli evasori.

«Non possono rifiutarsi», ha chiarito la rappresentante del ministero dell'Interno di fronte alla pioggia di bollettini fiscali e multe non pagate piombata sul tavolo dell'Agenzia delle Entrate del capoluogo giuliano. E alle allegate dichiarazioni di «obiezione fiscale motivata», in cui gli obiettori - guai a chiamarli furbetti del Fisco - sottolineano la «finzione politico-giuridica» dello Stato italiano e mettono nero su bianco la volontà di non adempiere ad alcuna imposizione fiscale nazionale o locale.

«È assolutamente infondata qualsiasi valutazione, notizia, asserzione o comunicazione riguardo alla pretesa esistenza di un territorio libero di Trieste che contesti e ponga in dubbio la piena, pacifica e incondizionata sovranità della Repubblica italiana» ha tentato di spiegare il prefetto in queste ore ai 229. Che per tutta risposta hanno depositato contro il commissario un esposto in Procura e hanno invocato l'intervento di un giudice per sciogliere la questione.

Mentre invece Equitalia sta già scaldando i motori per far partire messe in mora e procedure di riscossioni coattive, e Zanetti, incredulo, avverte: «Se qualcuno crede di potersi inventare un improbabile titolo giuridico per non pagare i tributi, si sbaglia di grosso Andrà incontro a dover sommare anche le sanzioni. Fino al reato penale».

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