«La lotta alla droga è una priorità. La droga arricchisce la malavita e brucia i cervelli. Lo dicono i medici, non lo dice il ministro dell'Interno». Non è per niente «fumoso» Matteo Salvini e da Platì, in Calabria risponde al vice premier Luigi Di Maio. «Il Consiglio superiore della Sanità - incalza Salvini - ha messo per iscritto che non ci sono droghe più o meno leggere che fanno più o meno male, la droga fa male, brucia il cervello, brucia il fegato, fa male alla salute. Tutte sono priorità, non c'è una droga meno priorità degli altri». Dubbi? Nessuno. Così la questione-cannabis (anche se light) riaccende la polemica. «Combattere la droga facendo chiudere i negozi è come combattere l'alcolismo vietando la birra analcolica», aveva polemizzato senatore M5s, Matteo Mantero, firmatario della proposta di liberalizzazione della cannabis.
«Io non ci sto. Per gli adolescenti la cannabis è una droga. Spiegatelo ai vostri figli e ai studenti». Il medico psicoterapeuta Alberto Pellai, autore tra l'altro del libro L'età dello tsunami è categorico. Entra nel merito della questione e segna un confine. Netto. «Non esistono droghe pesanti o leggere. Per il cervello degli adolescenti tutte le droghe sono pesantissime». A Milano si è appena conclusa la fiera della cannabis, pubblicizzata da un manifesto dove accanto a una grande piantina c'era la scritta Io non sono una droga. «È la bugia più grande su cui fanno un sacco di soldi - tuona Pellai - Chi ha creato questa comunicazione aveva come primo obiettivo normalizzare l'uso di una sostanza psicotropa, già diffusissima tra gli adolescenti, contribuendo a rinforzare la credenza che non si tratti di nulla di pericoloso. E invece: la cannabis è pericolosissima, soprattutto in età evolutiva. Muove interessi enormi e ha molto a che fare con la criminalità». E parla da medico. «Il suo principio attivo, il THC, interferisce con recettori del sistema nervoso centrale, andando ad alterare la costruzione di reti neuronali che in età evolutiva sono in formazione, con pesanti ricadute sulle capacità di studio e motivazione degli adolescenti e con lo sviluppo di una predisposizione ad un tono dell'umore depresso». Tutto questo succede in momento delicatissimo, in cui la tendenza a sviluppare la dipendenza è maggiore. Non solo. «Nell'età della crescita un ragazzo deve mettersi alla prova per trovare la propria via personale per il raggiungimento della realizzazione e del senso di sé. Questa sostanza agisce chimicamente su parti del sistema nervoso centrale, fornendo una sensazione di benessere psicologico solo artificiale, slegata dalle esperienze della vita». E dunque, vuol dire, a che serve parlare di leggera o pesante? «In soggetti vulnerabili, l'uso di sostanze psicotrope in età evolutiva porta a slatentizzare (tirare fuori, ndr) patologie psichiatriche che rischiano di cronicizzarsi e che non si sarebbero manifestate in assenza di tale consumo. Non è un caso che l'età dei pazienti dei reparti di psichiatria negli ospedali si sia abbassata in modo drastico». Dunque? Nessun atteggiamento «collusivo e ammiccante». «Il cervello è l'organo più importante di tutti.
Trattatelo bene, perché non ha la capacità di riparare i neuroni rovinati». E a chi contesta: «Indicatemi le fonti scientifiche che affermano i vantaggi dell'uso di questa sostanza in età evolutiva. Se non le avete, per favore tacete».
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