Tutti contro tutti: psicodramma grillino

Lezzi guida la pattuglia degli ortodossi contro gli uomini di Casaleggio

Tutti contro tutti: psicodramma grillino

Il destino di 15mila famiglie nelle mani di un ex ministro (Barbara Lezzi) trombato. Il dossier Ilva apre la resa dei conti nel Movimento cinque stelle. La faida grillina rischia di spegnere le ultime speranze che ArcelorMittal, il colosso franco-indiano, che avrebbe dovuto rilevare le acciaierie di Taranto, possa rivedere la propria decisione, comunicata due giorni fa al governo Conte, di rescindere il contratto di acquisto dell'impianto di Taranto. Il nodo è la reintroduzione dello scudo penale per ArcelorMittal, che deve procedere alle operazioni di bonifica.

L'ex ministro Lezzi, che sull'Ilva punta a costruire la candidatura per la presidenza della Regione Puglia, non molla: «La mia posizione non è cambiata». La Lezzi ha organizzato una truppa di una settantina di parlamentari tra Camera e Senato pronta a boicottare ogni tentativo del governo di reinserire con decreto lo scudo per gli investitori stranieri. Solo qualche settimana fa il M5S è stato costretto a stralciare lo scudo penale graduale inserito nel dl imprese. Pd, Italia Viva e Conte spingono per rimettere lo scudo.

Ma il fronte del no nel Movimento è ampio: non c'è solo la truppa legata alla Lezzi. Gli ortodossi (Vincenzo Presutto, Dalila Nesci, Rina Di Lorenzo), vicini al presidente della Camera Roberto Fico, sono fermi sulla linea del no allo scudo. Il ministro degli Esteri Luigi di Maio è uscito dalla partita; il capo politico non prende posizione. Temendo l'ennesima fucilata contro la propria leadership. Il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora e Max Bugani (uomo di Davide Casaleggio) sono per il via libera allo scudo. Senza limiti. È l'area liberale del Movimento, che raccoglie adesioni soprattutto tra i parlamentari (Francesco Urraro, Emilio Carrelli) alla prima elezione. Ed ha la certezza che Forza Italia, Lega e Fdi possano votare a favore dello scudo. C'è poi la terza via: una soluzione mediana. Una via d'uscita, per evitare strappi, su cui stanno lavorando i ministri (Sergio Costa, Stefano Patuanelli) grillini: uno scudo a tempo e limitato solo ad alcuni interventi. «L'inserimento di una norma» primaria che espliciti un «principio già presente nel nostro ordinamento. Ma senza norme ad personam per A.Mittal», ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli facendo riferimento a quell'art. 51 del codice penale che esclude la punibilità nel momento in cui si attua il piano ambientale richiesto da qui al 2023. Norma da inserire con un emendamento o con un decreto ad hoc che, nelle settimane successive, potrebbe essere pure trasformato in un emendamento alla legge di bilancio.

E nelle ultime ore per ricompattare il Movimento gira con insistenza l'ipotesi che il presidente del

Consiglio Conte possa lanciare un appello (blog o Facebook) per chiedere un atto di responsabilità ai parlamentari grillini. Ma potrebbe non bastare. Scudo o no scudo:ArcelorMittal avrebbe già deciso di dire addio all'Italia.

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