Tutto bene, tutto bello Il Tg1 diventa Tg Xanax

Tutto bene, tutto bello Il Tg1 diventa Tg Xanax

Siamo un popolo «di poeti di artisti di eroi, di santi di pensatori di scienziati, di navigatori di trasmigratori». Navigatori, appunto. E, in effetti, una certa perizia italica nel cambiare le vele non appena il vento cambia l'abbiamo sempre notata. Anzi, spesso, questa operazione avviene in anticipo, appena si percepisce che sta per cambiare aria. Al timone del Tg Uno non si è ancora insediato il nuovo direttore Giuseppe Carboni, nomina grillina ma un passato a sinistra, ma la testata ha già iniziato a riposizionarsi. La parola chiave è riposizionamento. E, il riposizionamento, come da tradizione è in assoluta salsa governativa. La prima rete deve tranquillizzare. Un gigantesco pillolone di Xanax collettivo che scacci i brutti pensieri sulle crisi di governo, lo spread e gli scontri tra M5s e Lega. Si parte - nell'edizione delle 13.30 di ieri - col più classico dei pastoni nel quale tutti i nodi dell'esecutivo si sciolgono in un amorevole abbraccio tra Di Maio, Conte e Salvini. Sì, certo, c'è stata qualche frizione, tipo che Giorgetti ha detto che il reddito di cittadinanza cioè il pilastro del Cinque Stelle-pensiero è una cavolata irrealizzabile, ma poi è finito tutto a tarallucci e vino, come nelle più classiche love story di palazzo. «Toni distensivi». Insomma, possiamo tutti dormire sonni tranquilli. Certo, tocca ammettere alla rete ammiraglia, c'è qualche tensione tra gialli e verdi anche sulla sospensione della prescrizione al primo grado di giudizio. Ma niente di che. Solo scaramucce. Dubbi della Lega. Infatti Giulia Bongiorno ha «solamente» detto che la riforma della prescrizione sarebbe «una bomba nucleare sul processo». Testuale. Ma per il Tg Xanax sono solo piccoli dubbietti sull'ideona manettara di Bonafede. Niente di più.

A seguire, come da manuale Cencelli, un secondo pastone, questa volta dedicato alle opposizioni. Un po' di dichiarazioni degli esponenti del Pd, una manciata di secondi a Forza Italia e due parole pure a Fdi di Giorgia Meloni. Tutti, in un modo o nell'altro, smontano la chimera del reddito di cittadinanza. Quindi urge la necessità di (ri)controbilanciare, non sia mai che lo spettatore si convinca che non possono piovere soldi gratis sulla testa di tutti. Così parte un servizio di 75 secondi per spiegare, punto per punto, con schede e grafiche, come funzionerà il reddito. C'è qualche novità? Qualche aggiornamento? Stanno limando il decreto? No, assolutamente no. Ma è giusto ricordare ai telespettatori le luminose sorti che li attendono con la rivoluzione grillina. E menomale che volevano i partiti fuori dalla tv pubblica

Ma il meglio va in onda anzi on line sul sito del Tg, dove, fino a tarda serata l'ordine delle notizie è questo: 1. «Di Maio: rispettare contratto. Salvini: avanti uniti». 2. «Il reddito di cittadinanza» (che sarebbe il servizio di cui sopra). Al terzo posto compare il servizio sul corteo «Sì Tav» di Torino. Servizio che però si tiene prudentemente a distanza di sicurezza dallo scontro sulle grandi opere nel governo.

C'è solo una dichiarazione politica a proposito. Ovviamente distensiva. Indovinate un po' di chi è? Eh sì, proprio lui, Luigi Di Maio. Il direttore non si è ancora insediato, ma sotto il cielo della Rai, per sicurezza, si sono già illuminate cinque stelle.

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