Cronache

Ucciso a 7 anni dal papà. Audio delle maestre "Non parlava e aveva sempre lividi addosso"

Intercettazioni sul piccolo ammazzato dal patrigno. Nessuno ha denunciato

Ucciso a 7 anni dal papà. Audio delle maestre "Non parlava e aveva sempre lividi addosso"

Orrore nell'orrore. Le insegnanti di Giuseppe, il bambino massacrato di botte dal patrigno a Cardito, sapevano che il piccolo era vittima di inaudita violenza e se si fossero mosse in tempo avrebbero potuto forse salvarlo.

Anche la mamma del bambino, sette anni appena, è rimasta a guardare, mentre il compagno Tony Essobti Badre con il manico di una scopa picchiava il figlio, fino a portarlo alla morte e sua sorella Noemi, che invece è sopravvissuta.

Ieri durante una puntata di Chi l'ha Visto? è stato raccontato, tra le altre cose, che la scuola non ha fatto nulla per impedire la tragedia, nonostante il bambino e la sorella mostrassero ogni giorno lividi ed ecchimosi. In un'intercettazione le maestre raccontano delle botte che i due bambini ricevevano e di una nota inviata alla preside. Ma troppo tardi.

Le insegnanti, infatti, si erano accorte che la bambina mancava un pezzo di orecchio. «Piangeva e perdeva sangue dalla testa. Ho provato a difenderli, ma Tony mi ha allontanato con un morso», racconta invece nella deposizione la mamma alla trasmissione Rai. «Non è vero, ha ricevuto il morso perché inavvertitamente aveva colpito il suo piede nudo - sottolinea la conduttrice della trasmissione -. E poi non ha chiamato l'ambulanza. Forse avrebbe potuto salvarlo».

Le parole di Noemi, mandate in onda durante la puntata, pesano poi come macigni: «Io lo dicevo alle maestre che Tony ci metteva sotto l'acqua e dentro il cesso. Mamma era con me, ma non faceva niente. Finalmente me ne vado da quella casa».

«Il padre dei bambini è sparito. Era il compagno che li picchiava - dice una delle maestre in un'intercettazione poco dopo l'omicidio -. Giuseppe non parlava, si buttava a terra e io gli dicevo scimmiottella. E lui scimmia no».

Pochi giorni dopo la tragedia Valentina Casa, la madre trentenne, aveva raccontato: «Ero sotto choc, non riuscivo a muovermi». Ha detto di essere rimasta immobile, in una sorta di trance emotivo di fronte al pestaggio dei due figli, incapace anche di soccorrerli.

Lui, invece, il carnefice, è andato in farmacia in cerca di qualche pomata con cui pensava di poter medicare le profonde contusioni provocate al bambino.

Ed è stato il fratello di Tony, arrivato con la madre, a chiamare il 118 mettendo in moto la macchina dei soccorsi. Ma non è bastato a strappare il piccolo alla morte.

Una settimana fa Valentina Casa è stata arrestata per concorso in omicidio aggravato da futili motivi e crudeltà e si è scoperto che subito dopo il pestaggio aveva anche tentato di ripulire con degli stracci l'abitazione dal sangue dei figli per coprire, ancora una volta, il compagno

Commenti