Uomo del califfato ferisce 8 persone a coltellate

Luigi Guelpa

«Era un soldato dello Stato islamico, ha compiuto l'operazione per colpire i cittadini dei Paesi della Coalizione crociata». Con queste parole Amaq, l'organo di propaganda delle principali operazioni dello Stato Islamico, ha rivendicato l'attacco dell'altra sera in Minnesota dove un uomo ha ferito otto persone con un coltello prima di essere ucciso a colpi d'arma da fuoco da un poliziotto non in servizio. L'aggressore, le cui generalità non sono ancora state fornite, aveva piccoli precedenti penali alle spalle. Tutte legate a violazioni del codice della strada. Attraverso il suo network, l'Isis quindi si è assunto la paternità dell'assalto terroristico che si è consumato sabato sera al Crossroads Center mall di Saint Cloud, 60mila abitanti a un centinaio di chilometri a nord-ovest di Minneapolis. Erano le 20.15 (le 3.15 di domenica mattina in Italia) quando un uomo, che indossava un'uniforme da guardia giurata di una società privata, ha estratto un coltello che teneva occultato tra le pagine di una rivista e si è scagliato contro le persone che transitavano nella galleria del centro commerciale. Cinque di loro sono state raggiunte di striscio dai fendenti, mentre altre tre, colpite all'addome e alle gambe, sono tutt'ora ricoverate nel nosocomio CentraCare di Saint Cloud.

Il «soldato» dell'Isis non solo ha inneggiato ad Allah prima di colpire, ma in un paio di casi si è persino sincerato che le sue vittime non professassero il credo musulmano. Un particolare che è stato confermato dal capo della polizia locale William Blair Anderson. «Diceva che non voleva uccidere islamici e che ce l'aveva con i crociati, ha usato proprio questa espressione. L'incubo è alle spalle, per fortuna, ma la nostra città non tornerà a essere più quella di un tempo».

Una ricostruzione dettagliata di quanto accaduto è stata fornita da Sydney Weires, Jenna Remmele e Maggie Gelke, tre studentesse del college St. Benedic che al momento dei fatti si trovavano all'interno di uno dei negozi della galleria più vicini all'assalto del killer. «D'improvviso un ragazzo è entrato nel negozio con un taglio sulla guancia, perdeva molto sangue e chiedeva di chiamare la polizia - racconta Sydney - pochi istanti dopo abbiamo sentito dei colpi d'arma da fuoco. Pensavamo a qualcosa di ancora più terribile, solo dopo abbiamo capito che si trattava di un agente che aveva ucciso l'aggressore». Maggie ha invece intuito che si trattava di terrorismo islamico, «ho sentito distintamente che gridava Allah Akbar. Poi le urla dei feriti, della gente spaventata e gli spari».

Al termine dell'assalto jihadista la polizia ha trattenuto tutte le persone presenti al Crossroads Center fino all'una di notte. L'area è stata passata al setaccio e bonificata.

Per una buona mezz'ora si era sparsa la voce che l'assalitore potesse avere un complice. Ipotesi per fortuna scongiurata. Il sindaco Dave Kleis, attraverso un'ordinanza, ha disposto la chiusura del centro commerciale per due giorni.

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