Adesso dice che non era consapevole di aver bevuto tanto. E si dispera: «Perché non sono morto io? Sarebbe stato meglio». Invece la sua Audi coupé spinta a tutta velocità sabato notte sulla statale della Valle Aurina, in Alto Adige, ha ucciso sul colpo sei ventenni tedeschi, parte di una comitiva in settimana bianca, che stavano tornando in hotel dopo una serata in un locale. Un bollettino di guerra che si è aggravato ulteriormente dopo la morte ieri nella clinica universitaria di Innsbruck di uno dei due feriti ricoverati in condizioni critiche, Julia Sophie, di 21 anni.
Intanto Stefan Lechner, l'operaio altoatesino di 27 anni arrestato con l'accusa di omicidio stradale plurimo aggravato da guida in stato di ebbrezza, è stato dimesso da psichiatria dove era stato portato per aver manifestato intenzioni suicide ed è stato trasferito nel carcere di Bolzano. Rischia 18 anni di carcere, ma soprattutto dovrà convivere con il rimorso di aver stroncato sette giovani vite per la sua folle condotta. Gli esami del sangue hanno dimostrato che aveva in corpo una quantità di alcol 4 volte superiore al consentito. Ma al suo avvocato, Alessandro Tonon, ha detto di non essersi reso conto di aver bevuto così tanto. Subito dopo lo schianto lo chiamato in preda al panico («Ti prego aiutami») e gli ha detto di aver provato a rianimare uno di qui ragazzi distesi sull'asfalto. Quella sera stava viaggiando verso nord per raggiungere la stessa discoteca dove avevano trascorso la serata i giovani tedeschi. Si era da poco lasciato con la ragazza. Le vittime, invece, erano appena scese dallo shuttle bus che nella regione sono a disposizione di chi vuole tornare a casa in sicurezza dopo la discoteca, proprio per evitare le stragi del sabato sera.
Ieri si è svolto lo straziante rito del riconoscimento delle salme da parte dei genitori arrivati dalla Germania. Dopo i parenti hanno visitato la strada della tragedia che ha infranto i sogni di tanti giovani. C'era chi sperava di diventare un calciatore, chi studiava medicina, come Rita Felicitas Vetter, di Amburgo, chi architettura, come Julius Valentin Uhlig, di Colonia.
Le altre vite stroncate sono quelle di Katarina Majic di Wuppertal, di Rita Bennecke di Remscheid, di Julian Vlam di Siegen e di Philipp Schulte, nati tra il '96 e il '97. Dopo il settimo decesso di ieri, un altro ferito è ancora ricoverato in gravi condizioni. Altri 8 giovani hanno invece lesioni di media entità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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