Varoufakis all'attacco della Bce: "Statuto scritto dalla Bundesbank"

Tsipras: "Sono ottimista". Ma da Cernobbio Varoufakis torna ad alzare i toni: "Alla Bce decide la Bundesbak"

Varoufakis all'attacco della Bce: "Statuto scritto dalla Bundesbank"

Il nuovo attacco di Yanis Varoufakis a Mario Draghi arriva, pesantissimo, durante i lavori del Forum Ambrosetti a Cernobbio. Non solo mette in dubbio la validità del quantitative easing avviato lo scorso lunedì, ma straccia lo statuto della Banca centrale europea. "Mi dicono che la Bce non accetterà mai discussioni circa lo swap perché è scritto nello statuto - ha spiegato il ministro delle Finanze in un giro di tavolo durante i lavori del workshop - mi dispiace, signore e signori, ma lo statuto è stato scritto dalla Bundesbank".

Alexis Tsipras è "ottimista" che si possa trovare una soluzione per risolvere la grave crisi della Grecia. Eppure più che dialogare per risolvere l'emergenza Grecia e Troika vanno avanti in un estenuante braccio di ferro che sembra non aver fine. L'ultimo capitolo di questo scontro è stato l'attacco frontale di Varoufakis a Draghi e alla "sua" Bce. "L’unico aspetto radicale è che non accettiamo la nozione che un programma fallito debba essere accettato e continuato semplicemente perchè le regole sono regole e non devono evolvere", ha argomentato il ministro delle Finanze greco sottolineando che le regole dovrebbero seguire gli interessi dell’Europa: "Non abbiamo mai avuto l’Efsf".

Fonti vicine alla Bce hanno, infatti, fatto sapere che non verrà mai accetteto discussioni sullo swap perché così è scritto nello statuto."Mi dispiace, signore e signori, ma lo statuto è stato scritto dalla Bundesbank - ha tuonato Varoufakis - non accetto che la Bundesbank, autrice dello statuto della Bce, abbia mai immaginato che Trichet avrebbe comprato titoli greci, quindi non vedo come lo statuto della Bce vieti qualsiasi tipo di ristrutturazione di quei titoli".

Il titolare delle Finanze elleniche ha, poi, invitato Draghi a valutare una forma alternativa di quantitative easing che sia finanziato al 100% da obbligazioni della Banca europea degli investimenti per comprare i bond sui mercati secondari. "Mi piacerebbe chiamarlo piano Merkel", ha chiosato.

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