Vaticano, nuovo giallo sui pc violati

Roma Ancora veleni in Vaticano, ancora corvi che si aggirano e un nuovo giallo che si addentra nei Sacri Palazzi. Qualcuno parla già di un Vatileaks bis. E non ci va molto lontano.

La notizia, certa, è che è stato violato il computer di Libero Milone, revisore generale della Santa Sede, nominato a giugno da Papa Francesco in un incarico assai delicato, quello di gestire tutte le informazioni più riservate in materia economica e finanziaria.

A quanto risulta al Giornale, nei Sacri Palazzi circola un'accusa molto pesante, quella contro un monsignore vicino all'Opus Dei: sarebbe un prelato dietro al sabotaggio del pc del revisore generale e la gendarmeria vaticana, guidata da Domenico Giani, potrebbe essere già sulle sue tracce e indagherebbe anche sul fatto che il prelato avrebbe scaricato un software che permette l'autodistruzione dei messaggi inviati e ricevuti.

Il giallo richiama alla memoria il caso di Paolo Gabriele, il maggiordomo di Joseph Ratzinger, che aveva sottratto e diffuso materiale riservato del Papa emerito. Ma questa volta non si tratterebbe di un laico. La gendarmeria vaticana avrebbe già inviato il dossier sull'indagine a monsignor Angelo Becciu, sostituto alla segreteria di Stato, una sorta di ministero dell'Interno. E il caso potrebbe chiudersi presto.

Nel mirino del sabotaggio informatico è finito dunque Milone, uomo-chiave dell'operazione pulizia e trasparenza voluta dal Papa che ha creato il nuovo ufficio in seguito all'avvio della riforma delle finanze e degli enti economici vaticani.

Secondo il nuovo statuto, l'ufficio del revisore è l'ente al quale è affidato il compito di revisione dei dicasteri della Curia Romana e delle istituzioni collegate e alle amministrazioni che fanno capo al Governatorato della Città del Vaticano. Nel suo mandato, Milone agisce «in piena autonomia e indipendenza» e risponde direttamente e solamente al Pontefice.

Una volta accortosi del sabotaggio informatico, il revisore generale ha immediatamente presentato denuncia alla Gendarmeria vaticana, che da mesi starebbe indagando sul mandante della violazione. All'indomani dell'indiscrezione diffusa in tv da Luigi Bisignani, la sala stampa della Santa Sede non ha confermato né smentito la notizia. «Non abbiamo nulla da dire al momento», è stato il lapidario commento del Vaticano. Tuttavia, la gendarmeria ha avviato una indagine già da alcuni mesi e sarebbe sulle tracce del mandante che è riuscito a leggere i file riservati del pc del revisore generale.

Milone ha lavorato per 32 anni nella società di revisione e consulenza Deloitte, raggiungendo il grado di amministratore delegato per l'Italia. Il Vatileaks bis si inserisce proprio a pochi giorni dall'uscita di due libri, Via Crucis del giornalista Mediaset Gianluigi Nuzzi e Avarizia del giornalista dell'Espresso Emiliano Fittipaldi, contenenti documenti riservati e inediti e che svelerebbero gli scandali e i segreti delle finanze vaticane.

Ieri intanto Papa Francesco ha difeso l'universo femminile: «Quante volte abbiamo sentito di una donna che va dal capo e dice: “Mah, devo dirle che sono incinta”. “Da fine del mese non lavori più”. La donna dev'essere custodita, aiutata in questo doppio lavoro. Il diritto di lavorare e il diritto alla maternità».

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