Vaticano, stretta di Bergoglio: arriva il giudice antimafia

Pignatone nominato presidente del tribunale della Santa Sede. Faro sul board della società «London SA»

Vaticano, stretta di Bergoglio: arriva il giudice antimafia

Roma - Toccherà a Giuseppe Pignatone adesso sbrogliare la matassa finanziaria che da giorni sta scuotendo i palazzi d'Oltretevere. Il magistrato siciliano, per oltre sette anni a capo della Procura di Roma è stato nominato ieri mattina da Papa Francesco, Presidente del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano. «La decisione del Papa mi commuove e mi onora», ha detto ieri in serata Pignatone, esperto di mafia, che aveva anche coordinato l'inchiesta romana sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, poi archiviata. La sua nomina non arriva a caso, anzi: nonostante fosse nell'aria già da alcune settimane, è stata resa pubblica proprio ieri anche per dare un forte segnale sulla volontà di Bergoglio di proseguire con la massima precisione l'inchiesta su operazioni finanziarie illecite compiute negli uffici della Santa Sede.

Alla base di tutto ci sarebbe una guerra a distanza tra enti economici, con denunce e coltellate senza precedenti: da un lato lo IOR, la banca vaticana e l'ufficio del revisore generale, dall'altro la Segreteria di Stato e l'Autorità d'Informazione Finanziaria, l'autority che vigila sulla regolarità dei conti d'Oltretevere. Quella che si sta consumando dentro le mura leonine sembra essere, in effetti, una resa dei conti, sfociata con un'inchiesta della magistratura vaticana che ha portato a sequestri e perquisizioni in vari uffici della Santa Sede dove sarebbero state compiute operazioni finanziarie poco trasparenti riguardanti una compravendita immobiliare nel cuore di Londra per un valore di circa 200 milioni di euro. Nulla di strano per gli investigatori sulla compravendita in sé, da chiarire c'è invece il percorso che quel flusso di denaro ha compiuto negli anni su vari conti correnti e le modalità d'utilizzo. Di certo c'è che le operazioni immobiliari estere, non soltanto quella in questione, vengono gestite indirettamente dal Vaticano, attraverso società terze che hanno nei loro board personalità legate alla Santa Sede. Una di queste, ad esempio, è la London 60 SA Limited, con sede a Londra, nel quartiere di Kingsway all'interno dell'imponente Africa House ed operativa dal marzo 2019. Tra i suoi amministratori spiccano due dei cinque dipendenti vaticani sospesi dal servizio per via dell'inchiesta scaturita dalla denuncia dello IOR: uno è monsignor Mauro Carlino, che risulta esser stato nel board della società dal maggio 2019 al 1° agosto 2019, fino a quando, insomma, ha cessato l'incarico di segretario particolare del Sostituto della Segreteria di Stato. Come amministratore della società, quello stesso giorno, gli è subentrata Caterina Sansone dipendente dell'ufficio amministrativo, ancora in carica a Londra ma sospesa in Vaticano. Oltre a loro due, leggendo i dati contenuti nel registro pubblico delle società londinesi, nel board risulta anche un ingegnere italiano e un altro monsignore, anche lui membro della segreteria particolare del Sostituto e decaduto dall'incarico londinese lo scorso 1° agosto. Ieri pomeriggio a puntare il dito contro «la gogna mediatica» è stato l'Osservatore Romano che ha chiarito: «Le eventuali responsabilità di queste persone sono ancora da accertare, hanno il diritto di essere rispettati per la loro dignità di uomini e di donne, sia che si tratti di sacerdoti sia che si tratti di padri e madri di famiglia».

Stessa irritazione che si percepisce in Vaticano anche per il tentativo di tirare in mezzo alla vicenda altri personaggi di spicco della gerarchia ecclesiastica: tra questi, per via del legame con Carlino, il cardinale Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e per sette anni Sostituto della Segreteria di Stato fino al giugno 2018. Carlino era all'epoca il suo segretario particolare.

A proposito di Becciu, proprio ieri si era diffusa la notizia tramite il sito Dagospia che Bergoglio fosse in procinto di vietargli di lasciare la Città del Vaticano per un suo coinvolgimento nell'inchiesta finanziaria. Immediata la replica del porporato con un tweet: «Che ridere! Proprio ieri il Papa in Vaticano in Udienza mi ha augurato buon viaggio per il volo che domani mi porterà in Brasile!».

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