Roma «Arriveremo a Roma». Mentre lo Stato islamico firma l'ennesima minaccia, nella Capitale blindata scatta il 71esimo rimpatrio del 2017. Destinatario del provvedimento è Laaraj Noureddine, cittadino marocchino di 37 anni, che pianificava di avvelenare la rete idrica della Città Eterna, probabilmente sedotto dal richiamo delle bandiere nere che, nell'ultima clip propagandistica, rimettono nel mirino la capitale della cristianità. Una vocazione da «lupo solitario» per Noureddine, già detenuto per reati inerenti agli stupefacenti ed inserito dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria nel «primo livello di analisi (Alto)» per aver gioito dell'attentato al Museo del Bardo di Tunisi. Dopo esser finito sotto la lente d'ingrandimento della Digos della Questura di Roma, il marocchino è stato messo su un volo di sola andata diretto nel Paese nordafricano e decollato dall'Aeroporto Internazionale di Fiumicino. Dal gennaio 2015 ad oggi, salgono a 203 le espulsioni di soggetti gravitanti in ambienti dell'estremismo religioso. Ma, nella Capitale delle occupazioni, l'attenzione rimane altissima.
Stando a quello che rivela Il Tempo, infatti, dalla costellazione di immobili occupati con il supporto dei movimenti per il diritto all'abitare graviterebbero immigrati con profili sospetti. Ad approfittarsi della extraterritorialità delle occupazioni romane ci sarebbero soggetti potenzialmente inclini ad attivarsi come «lupi solitari» e monitorati dalla Digos. Ma anche chi fa affari sulla pelle dei migranti. Lo confermano gli atti della maxi-inchiesta della Procura di Palermo che ha fatto scattare le manette per 38 scafisti. Tra cui anche Mikiele Gebremeskle e Hadish Gihlagabr che della vecchia sede di Federconsorzi, a due passi dalla «sensibilissima» stazione Termini, avevano fatto la loro cabina di regia. Invece per chi ha trasformato via Curtatone in un hub abusivo è stata ipotizzata l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Non è stupito il deputato Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia: «Le anomalie di quel palazzo le denunciai già lo scorso anno con due question time all'allora ministro dell'Interno Alfano». All'epoca palazzo Curtatone era finito al centro di un'indagine della Procura antimafia che portò a 12 arresti per associazione a delinquere finalizzata al traffico di esseri umani.
Ne scaturì un blitz della Questura, «vanificato dal fatto che fu eseguito dopo aver avvisato gli occupanti e i loro sponsor antagonisti e che portò ad una parziale identificazione degli effettivi inquilini dell'immobile». Gli altri restarono e restano fantasmi che, dalla data dello sgombero, aleggiano su Roma.
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