Verdini debutta con Ala: nuovo gruppo al Senato

Il capogruppo sarà Lucio Barani eil portavoce Vincenzo D'Anna. Verdini lascia Forza Italia

Verdini debutta con Ala: nuovo gruppo al Senato

Parte al Senato l'avventura in solitaria di Denis Verdini. È nato ufficialmente il gruppo di Alleanza liberalpopolare-autonomie (Ala). Il capogruppo sarà Lucio Barani eil portavoce Vincenzo D'Anna. "Veniamo tutti dal Pdl, non rinneghiamo nulla, non abbiamo alcun desiderio di iscriverci al Pd, anche perchè da toscano, se avessi voluto lo avrei fatto da giovane", ha esordito Verdini nella conferenza stampa in Sala Nassiriya. Poi Verdini ha chiarito gli obiettivi della nuova formazione politica: "Vogliamo portare a termine la legislatura costituente volta a dare una cornice moderna all’impianto istituzionale dello Stato e quindi alle riforme in discussione a Palazzo Madama". E ancora: "Poi c’è una prospettiva politica che è nelle nelle cose e che ritiene che l’area moderata sia il centro del Paese. Il centro determina sempre la vittoria dell’una o dell’altra parta ma per determinarla deve avere la libertà di potersi muovere senza pregiudizi e realizzare le riforme con una maggioranza allargata significa dare stabilità agli elettori". E sulle riforme aggiunge: "Nella nostra componente c’è chi ha votato le riforme e c’è chi non lo ha fatto ed è libero di mantenere questa posizione.

La gran parte però le hanno votate dall’inizio sia in Senato che alla Camera. Io ricordo che abbiamo fatto le riforme insieme ad altri ma non sono le riforme di altri su certi punti certe c’è la nostra identità". Verdini ha poi parlato del suo rapporto con Silvio Berlusconi: "Uno strappo e come tutti gli strappi addolora e fa male. Quando non ci sono identità di vedute nessuno finisce o muore, uno vede le cose in maniera diversa. Ho una grandissima lealtà che mi lega a Berlusconi ma vediamo le cose in maniera diversa.

lui - prosegue Verdini - è sempre stato in questi 20 anni lungimirante però questo non significa che sempre si vedono le stesse possibilità. Come tutti gli strappi fanno male il dolore uno se lo tiene e tira fuori l’ottimismo. La nostra storia legata a Berlusconi è straordinaria e fa male parlarne. Non ne vogliamo parlare, parliamo di quello che facciamo".

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