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Le vere vittime e le "spaccadivanetti"

Le vere vittime e le "spaccadivanetti"

Ci sono due tipi di donne aggredite sessualmente. La prima, sconfinata nei numeri e nella disperazione, è quella delle creature perseguitate da un torturatore, in genere il loro ex, le quali si rivolgono a polizia e carabinieri, riempiono montagne di moduli con allegati certificati psicologici, ma che poi finiscono sgozzate sulla porta di casa con strascico di ipocrita sorpresa collettiva e televisiva.

Il secondo tipo è quello che ha ingaggiato o accettato avviluppi sessuali in vista di un vantaggio, ma che miracolo! soltanto dopo trent'anni ricorda e sdegnata denuncia. Scrive Ennio Flaiano nel suo Diario degli errori, edizione Adelphi piccola biblioteca 2002, errore 45: «Si chiama Spaccadivanetti una ragazza che pur di fare cinema è prodiga delle sue grazie con i produttori. I divanetti sono quelli degli uffici. Perché li spacchi e come, è chiaro». Anche nella Solitudine del satiro c'è quanto basta e avanza per spiegare il caso Weinstein e suoi tragicomici strascichi. Un'odiosa montata d'ipocrisia non soltanto alimenta un'ignobile caccia alle streghe, ma disturba le nostre serie televisive come House of Cards messa al rogo perché il suo protagonista, soltanto ora gay confesso, trent'anni fa toccò il sedere a un giovane attore oggi famoso.

Figuratevi un processo del genere a Pier Paolo Pasolini che nella notte andava a caccia di ragazzini minorenni come un lupo mannaro e a chi obbiettava, rispondeva: io posso farlo, son poeta e pure de sinistra.

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