"La Ardima srl era un'azienda che già da un anno era fuori dall'attività. Si occupava di edilizia, non aveva commesse da un anno, stava aspettando di ricevere dei crediti e visto questo clamore, io mi devo dedicare ai temi che stanno a cuore ai cittadini, non avevo nessuna intenzione di dedicarmi a questa azienda. Siccome si stava addirittura parlando di conflitto di interessi, ho preferito sgomberare il campo mettendola in liquidazione. Questo dimostra che non c'era alcun oscuro motivo per cui ero socio". Luigi Di Maio ha così parlato a Porta a Porta in merito all’inchiesta de "Le Iene" che ha indagato sulle irregolarità della ditta gestita dal padre del leader del Movimento 5 Stelle, Antonio Di Maio.
Dialogando con Bruno Vespa, il ministro del lavoro ha aggiunto: "Ringrazio i giornalisti che hanno fatto queste inchieste, aiuteranno il rapporto con mio padre. Se voleva scappare dal fisco evitava di intestarsi i terreni che poi gli hanno aggredito".
Infine, ha smentito il fatto che la video-lettera del padre fosse concordata: "Era una sua esigenza, perché ha visto che questa cosa stava montando e voleva dire la sua. Ci ha messo la faccia e si è scusato. Da ministro non mi sono mai sognato di favorire mio padre, sono stato io a dare alcune documentazioni ai giornalisti che me le chiedevano.
Non accetto che si facciano parallelismi con la Boschi che faceva il giro delle sette chiese per salvare la banca di suo padre. Mio padre non ha avuto nessun trattamento di favore, anzi ha avuto un trattamento rigoroso".
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