Politica

Tra gli anziani pronti a votare sì per salvare almeno la pensione

"Vi pare possibile che a ottant'anni uno debba stare in fila per ore sotto il sole per ritirare 60 euro? Tanto vale scendere a compromessi"

Atene - «Che succede se le stazioni di rifornimento hanno terminato il carburante?», si chiede un courier in sella al suo scooter. «Che probabilmente da oggi non verranno più rifornite dalle autocisterne» gli replica un venditore di ciambelle al sesamo. Sotto un'Acropoli insolitamente nuvolosa c'è veramente poca voglia di scherzare. Tutti si interrogano sul da farsi domenica e in ogni dove si formano capannelli e dibattiti improvvisati. Non solo nelle tradizionali caffettèrie greche, consueti luoghi di discussione, ma praticamente ovunque: dagli angoli delle strade alle edicole, passando per gli studi medici e le farmacie. Proprio le farmacie sono ancora sul piede di guerra con non solo arretrati da tre anni non corrisposti dallo Stato, ma anche per la richiesta del governo di continuare a fornire - di tasca propria - medicinali ai clienti. Ieri la confederazione medica di Salonicco ha diffuso una circolare in cui chiede a tutti gli iscritti di usare «calma, compostezza, sobrietà e accondiscendenza nelle prestazioni al pubblico». Ma i greci sembrano ancora molto divisi.

«Voterò sì perché senza l'Europa sarebbe il baratro - dice al Giornale Ioannis Christopoulos, insegnante 70enne in pensione di Lamia, a un tiro di schioppo dalle Termopili - . Chi ha contratto un debito diciamo di 100 euro, senza la moneta unica se lo vedrà raddoppiato. Anche qui in provincia siamo alla fine, si evita persino di prendere l'auto. Io ho cibo in casa per una settimana. E dopo? E se dovessi ammalarmi? È la paura che in questo momento la fa da padrone in Grecia». La prospettiva della dracma è «un film già visto, torneremmo ai tempi del 1940 senza dimenticare che un ottantenne da oggi dovrà fare la fila sotto il sole per ritirare appena 60 euro: vi sembra normale? Per questo prevedo che il sì otterrà il 70%». E già, i pensionati. Sono loro, al pari dei commercianti, i più inquieti in queste ore. Oggi non saranno pagate le pensioni Ika (57mila aventi diritto per complessivi 69 milioni) come ogni 30 del mese, forse slitteranno di due o tre giorni, anche se certezze non ce ne sono. Ieri mattina a Sparta un agricoltore in pensione non ci ha visto più e si è addirittura spinto a protestare contro un deputato del Pasok, sferrando calci e pugni alla porta del suo studio: tanta tensione e gli altri condomini a fare da pacieri.

Barrerà la casella del no invece il 39enne Mihalis, un nome di fantasia, ma con una storia maledettamente reale: è un poliziotto distaccato da ieri a guardia dei bancomat nei quartieri più a rischio di Atene, e non vuole che i suoi colleghi sappiano da che parte sta. «Ho votato Alba Dorata alle ultime elezioni e domenica dirò no ad altri sacrifici: chi l'ha detto che l'austerità ci porterà sviluppo? Io rischio ogni giorno la pelle per strada e a fine mese, con gli straordinari, incasso mille euro. Ma il nuovo memorandum prevede altri tagli e altre tasse. Dovrei essere soddisfatto di continuare ancora così?».

«Quasi quasi vado in Grecia e voto sì - dice Nikos Fragos, da alcuni anni residente in Italia e presidente del Centro Ellenico di Cultura di Milano -. Mi spiego: ero contrario al referendum anche ai tempi di Papandreou, perché già allora era tardi. Non ha senso ora dopo duecento giorni di governo lasciare il volante dell'auto al pilota automatico del popolo: è da irresponsabili. Si tratta di temi di macroeconomia che il greco comune non conosce e tra l'altro, secondo la Costituzione, non sono delegabili ai cittadini». E ancora: «Tsipras vincendo le elezioni si è assunto l'onere di governare promettendo un cambiamento rispetto al passato, ma se adesso si rende conto di non esserne capace, farebbe meglio a dimettersi e andare ad elezioni». Panico che serpeggia anche in Confindustria ellenica, i cui vertici hanno preso carta e penna per scrivere al capo del governo: «L'economia greca è in uno stato di soffocamento e occorre trovare una soluzione immediata in Europa e nell'Euro. Caro premier, ci riceva per ascoltare le nostre posizioni». In tutto questo caos a fare affari è ancora la malavita: solo nelle ultime 24 ore sono stati mille i migranti irregolari sbarcati sulle coste elleniche.

twitter@FDepalo

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