Viaggi, cene e auto di lusso: Marino è sotto inchiesta

Dopo gli esposti di Fdi e M5S la Procura di Roma apre un fascicolo sulle spese del sindaco con la carta di credito del Comune. L'assessore Sabella: «Atto dovuto»

Viaggi, cene e auto di lusso: Marino è sotto inchiesta

Fino a ieri minacciava querele contro i giornalisti che avessero continuato ad insistere con lo scontrino- gate , ma per il momento sotto inchiesta c'è finito lui e delle sue spese per rappresentanza e missioni istituzionali dovrà rendere conto ai magistrati. La Procura di Roma, infatti, ha aperto un fascicolo sui pagamenti disposti dal sindaco di Roma Ignazio Marino con i soldi dei contribuenti.

Se siano stati effettuati tutti a fini istituzionali lo dirà ora il pm Roberto Felici, al quale il procuratore capo Giuseppe Pignatone ha affidato l'indagine aperta in seguito agli esposti di Fratelli d'Italia e Movimento 5 Stelle presentati nei giorni scorsi con allegate le copie delle ricevute di spesa ritenute sospette, dopo che il Campidoglio, messo alle strette, aveva posto on line tutta la documentazione. I denuncianti ipotizzano l'accusa di peculato nei confronti del sindaco-giramondo, quello - lo ricordiamo - che quando era ancora chirurgo fu costretto a dimettersi dall'università di Pittsburgh proprio per una questione di note spese truccate. Per il momento il fascicolo è senza ipotesi di reato e senza indagati.

Marino non commenta e neppure il suo staff. «Un atto dovuto» per l'assessore Alfonso Sabella. Eppure l'inchiesta c'è e i magistrati dovranno verificare le spese del sindaco a caccia di eventuali reati, mentre la Corte dei Conti studia le stesse carte per valutare se le ricevute di Marino, riportate in un esposto della Lista Marchini, abbiano determinato un danno erariale all'amministrazione. Il sindaco, prima di ritirarsi a vivere in Australia, nel 2023, quando dirà addio alla politica, come ha annunciato di voler fare in un'intervista a Chi , potrebbe essere chiamato in Procura a spiegare una ad una le ricevute delle cene finite sui giornali. «Cene di rappresentanza», ha tagliato corto lui, senza convincere troppo l'opposizione che in esse ha invece riscontrato non poche anomalie. «Cene istituzionali nei week-end o nei giorni di festa, spuntini serali fatturati cinque mesi dopo averli consumati, convivi con medici del Gemelli, chirurghi stranieri e parlamentari vari, avvenuti di preferenza nel ristorante sotto casa», si legge nell'esposto sul tavolo del pm, nel quale si chiede anche di verificare la legittimità dell'aumento da 10 a 50mila euro del plafond mensile della carta di credito di Marino. La Procura inoltre dovrà dire se è corretto, come solitamente fa il sindaco, regolarizzare a posteriori eventi di natura istituzionale invece di lasciare che sia il suo ufficio ad organizzarli, facendosi autorizzare prima le spese. E prossimamente, quando verrà formalizzata la denuncia annunciata dalla Lista Marchini, il pm potrebbe doversi occupare anche dei 22mila euro spesi nell'ultimo viaggio negli States , quello alla ricerca di finanziamenti per la città per il quale è stato sbugiardato dal Papa. Nei giorni scorsi il primo cittadino aveva detto di aver portato a casa, tra viaggi e mecenati, 13 milioni di euro. E ora il gruppo M5S in Campidoglio ha presentato un'interrogazione per sapere dove sono finiti quei soldi.

Nonostante gli attacchi a cui è stato sottoposto, Marino non ha voluto rivelare i nomi delle persone con cui è stato a cena a spese del Campidoglio. «Le norme non lo impongono», hanno fatto muro i suoi collaboratori.

Motivi di riservatezza che necessariamente cadranno davanti al pm, eventualmente dovesse ritenere opportuno convocarlo in Procura. Mentre Fdi gli chiede di «fornire volontariamente l'elenco dei suoi invitati “istituzionali”».

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