«Lo scriva, lo scriva che mia moglie ha paura di scendere le scale perché teme di poterli incontrare». Oscar Toffano, 68 anni, ha la voce rotta dal pianto mentre racconta la drammatica vicenda che ha investito lui e la consorte Paola Fracca. Il governo gli ha «scaricato» in casa sei migranti, diventati ora i nuovi vicini: la sera fanno feste, tengono la musica alta, trattano male i due pensionati. Sono aggressivi. La donna piange ogni giorno e così, su indicazione del medico, saranno costretti ad abbandonare la proprietà e trasferirsi in affitto altrove.
I due coniugi vivono a Cresole, una frazione in provincia di Vicenza, in una palazzina con tre soli appartamenti da sempre di proprietà della famiglia Fracca. Domenica scorsa hanno festeggiato 45 anni di matrimonio, ma è una ricorrenza amara. Venti giorni fa la cooperativa Cosmo ha infatti ottenuto dalla prefettura la gestione di sei richiedenti asilo, prendendo in affitto la metà di palazzo ereditata dal fratello della signora Paola. «Si sono presentati in casa mia senza avvertirmi - racconta al telefono Oscar - e li hanno buttati qui». Al secondo piano ora vivono la famiglia Toffano e altri due anziani, sotto i profughi. Il tutto in una zona isolata e senza quasi nulla intorno.
La vita si è così trasformata in un inferno. «Non conosciamo nemmeno il nome di queste persone che se stanno qui senza far nulla». La mattina i migranti si svegliano tardi e girano in bicicletta. Poi la sera organizzano feste con continui schiamazzi. «Domenica erano addirittura in dodici a ballare con la musica alta fino a notte fonda. Abbiamo protestato, ma non gli interessava nulla. Alla fine siamo andati a dormire da un parente».
Sia chiaro: i due pensionati speravano di instaurare una sana convivenza coi migranti, ma non è stato possibile per colpa delle loro provocazioni. La donna è stata anche maltrattata: «Ci prendono in giro, capito? - sbotta Oscar, il cui tono trasmette signorile irritazione -. A mia moglie hanno detto con arroganza: Stai zitta e vai a letto. Pochi giorni fa, invece, uno di loro, mi perdoni l'espressione, si è messo le mani nei testicoli per sfidarmi. Volevo affrontarlo, ma per fortuna mi hanno bloccato».
Paola e Oscar hanno finito per ammalarsi a causa degli immigrati. Venivano da situazioni di salute già complesse, ma adesso la donna è crollata in un duro esaurimento nervoso. «Abbiamo paura - ammette il 68enne -. Mia moglie ha il terrore di scendere le scale perché teme di incontrarli». Per evitare rischi, hanno deciso di abbandonare la loro casa (peraltro ormai svalutata e invendibile) e prendere un appartamento in affitto. Pagheranno 450 euro al mese da sottrarre a due pensioni già magre. «Lo facciamo perché ne va della nostra salute - sospirano -: ce l'ha consigliato il dottore». Una sorta di «certificato medico» contro lo stress da immigrazione.
Non è una questione di razzismo o intolleranza, ma solo di qualità della vita. «Se avessero mandato una famiglia con dei bambini, non avremmo avuto problemi». I due coniugi hanno provato a protestare, senza alcun risultato: il prefetto non ha nemmeno risposto alla loro raccomandata e la cooperativa li ha ricevuti in malo modo invitandoli a «farsene una ragione» Al loro fianco è sceso solo il comitato di cittadini «Prima Noi»: «È inaccettabile - dice il rappresentante Alex Cioni -. Dobbiamo ripristinare il diritto delle persone di vivere in tranquillità sotto il proprio tetto».
Dal 1971 ad oggi nulla era riuscito a estirparli dalla
loro casa. C'è riuscito il ministro Alfano. «Siamo stati bistrattati, abbandonati, fregati», conclude Oscar con evidente dolore. «Il governo ci ha rovinato la vita. Ha distrutto i pochi giorni che ci rimangono da vivere».
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