È arrivato a mezzogiorno in via Scrosati, nel «suo» seggio di sempre (dopo la parentesi romana) in zona Lorenteggio, il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi. Accompagnato dalla coordinatrice lombarda Mariastella Gelmini e da Licia Ronzulli, vestito di nero, spilletta del partito sul doppiopetto, una croce francescana in mano, dono di alcuni simpatizzanti. Sorridente, accolto dal calore dei suoi sostenitori ha stretto mani, regalato sorrisi, si è concesso ai selfie dei milanesi divertiti e sorpresi. Incontrando un anziano sulle scale che, scoraggiato dalle fila e dalla fatica stava tornando a casa, il Cavaliere si è offerto di accompagnarlo al seggio. «Non si preoccupi la accompagniamo noi», ha detto all'anziano, che ha scortato fino dentro il seggio. Mentre aspetta il suo turno, per circa una ventina di minuti, c'è tempo anche per scambiare qualche battuta con i cittadini bloccati nei corridoi. Scherza con una signora confrontando le date di nascita - «io sono nato il 29 settembre, lei a maggio, io sono più giovane». «Sono preoccupato per le lunghe code - ha poi confessato - la procedura è complessa, e ci sono tanti elettori anziani». Poi polemizza sul sistema di voto: «Non siamo ancora riusciti a dotarci del sistema di voto elettronico, io ho provato due volte a proporlo ma me l'hanno sempre bocciato». Una volta entrato nel seggio, la contestazione: un'attivista delle Femen si spoglia e mostra il petto nudo. «Il tuo tempo è scaduto» urla, mentre viene portata via dalle forze dell'ordine. «È stata un'apparizione che non sono riuscito neanche a vedere, in mezzo agli altri, non so cosa sia successo - ha replicato laconico -. Mio tempo è finito? Beh ha ragione, avevo anche finito di far la fila, voleva dire». Poi il Cav ha lasciato il seggio senza inconvenienti. Per la 29enne francese il prefetto ha emesso un provvedimento di allontanamento: non potrà tornare in Italia per 5 anni.
Lunga la lista dei vip che, invece, si sono imbattuti in intoppi. Dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha votato alle 8.30 nella scuola Giovanni XXIII-Piazzi a Palermo, quartiere Libertà, e che si è dimenticato il documento d'identità. Il presidente di seggio l'ha dovuto rincorrere per restituirglielo. Stessa scena per il sindaco di Torino, la pentastellata Chiara Appendino. Tradito dall'abitudine l'ex segretario del Pd, ora Leu, Pier Luigi Bersani: dopo aver votato in una scuola di Piacenza vicino casa, ha infilato direttamente le schede nelle urne, senza attenersi alla nuova procedura antifrode. «Il tagliando andava...», lo ha ripreso la segretaria della sezione alludendo al fatto che doveva essere verificato controllato il numero sul tagliando.
È andato a votare nel seggio sbagliato Alessandro Di Battista, per il cambio di residenza.
«Non mi hanno comunicato il cambio di seggio», ha spiegato il big dei 5 stelle, costretto a spostarsi da via Taverna alla scuola di Vallombrosa a Roma.Voto nella capitale anche per il premier Paolo Gentiloni. Il segretario del Pd Matteo Renzi ha votato alle 9,22 a Firenze in Borgo Santo Spirito accompagnato dalla moglie Agnese Landini.
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