Napoli Carineria chiama carineria. Tu difendi me, io sostengo te. Il giorno prima sei un incompetente, il giorno dopo sei improvvisamente un grande leader politico. Dopo essersi presi a pugni (mediatici) per almeno un anno e mezzo, Roberto Saviano e Luigi de Magistris hanno trovato una insospettabile intesa in vista del ballottaggio di domenica.
Il sindaco uscente, nei giorni scorsi, lo ha difeso a spada tratta dalle accuse lanciate dal verdiniano Enzo D'Anna di essere una «icona farlocca» della legalità, e la star dell'antimafia di carta ha ricambiato a stretto giro firmando la regia di uno spot in alta definizione a favore di Giggino.
In un paio di post sulla sua pagina Facebook, Saviano ha infatti schiaffeggiato Renzi sull'alleanza con Ala e, soprattutto, ha invitato il premier a bloccare qualsiasi tipo di accordo con lo sfidante di centrodestra Gianni Lettieri e ad appoggiare apertamente l'ex pm di Catanzaro «in un'ottica di collaborazione con il candidato più vicino all'area politica del Pd».
Al di là della evidente forzatura di considerare vicine le opposte proposte politiche degli arancioni e del Partito democratico, che hanno litigato su tutto a cominciare dal piano di bonifica di Bagnoli; la spericolata inversione nel vicolo stretto della coerenza espone (e molto) l'autore di «Gomorra» e la sua autonomia di pensiero. Appena un paio di mesi fa, infatti, alla Repubblica, Saviano aveva letteralmente asfaltato Giggino. «Il sindaco ha fallito l'unica missione che aveva» era stato il suo atto d'accusa. E questo perché de Magistris non era riuscito a cambiare una città «dove si spara quotidianamente, dove è quasi impossibile trovare lavoro, dove non si investe più». Saviano aveva allargato le responsabilità della fascia tricolore a tutti gli aspetti della vita invivibile all'ombra del Vesuvio. «Purtroppo, ciò che opprime la vita di tanti cittadini, o li costringe ad andare via, non è cambiato. Fino a qualche anno fa aveva denunciato - era quasi solo la periferia a essere dilaniata da continui agguati di camorra, ora si spara in pieno centro. E si spara per le piazze di spaccio». Boom. Colpito e affondato. Il sindaco aveva però risposto da par suo. Ricordandogli che «chi dice che Napoli è uguale e che non è cambiato nulla è un fiancheggiatore involontario di chi fa il male della città». E rincarando ancor di più la dose: «La lotta va fatta tutti i giorni perché Napoli ha bisogno di sostegno, ma non al sindaco, ma all'antimafia dei fatti». Poi, a poche settimane dal voto è improvvisamente scoppiata la pace. De Magistris ha fatto il primo passo e si è schierato al fianco di Saviano quando è montato il caso della scorta a cui è sottoposto da parte delle forze dell'ordine. Ma non solo: pure in occasione delle polemiche sul rischio emulazione che la fiction Gomorra può ingenerare nei giovani baby boss napoletani, l'ex pm ha mantenuto un profilo bassissimo, quasi di accondiscendenza.
A differenza, invece, del governatore Enzo De Luca che ha detto
chiaramente che la serie Sky «mi fa venire l'orticaria». E così, alla prima occasione, Saviano ha ricambiato il gesto di fair play e ha benedetto la rielezione di Giggino.C'è ancora la terza serie di Gomorra da girare, d'altronde.
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