Dal web a Chernobyl. La strategia di Mosca spiazza l'Occidente: è una guerra globale

Sofisticate tecniche mutuate dall'intelligence, conflitto psicologico che arriva sui cellulari e l'inquietante blitz alla centrale nucleare proiettano il conflitto in una dimensione nuova

Dal web a Chernobyl. La strategia di Mosca spiazza l'Occidente: è una guerra globale

L'attacco all'Ucraina sta rivelando un modus operandi da parte delle forze russe molto diverso da quello tradizionale. Per decenni, durante la Guerra fredda, la componente non nucleare dell'esercito sovietico era considerata, per usare le parole di un esperto come Chris McNab, caratterizzata da «formazione povera e con tecnologia spesso inadeguata se confrontata con quella degli Stati Uniti e dei Paesi Nato». Insomma un'enorme macchina, perfetta per la guerra d'attrito ma non performativa in altri tipi di operazione. Se ne ebbe dimostrazione con le altissime perdite subite in Afghanistan o nella Prima guerra cecena. Indubbiamente la gestione Putin delle Vooruzënnye sily Rossijskoj Federacii (le forze armate russe) ha cambiato le modalità operative e fatto fare un salto di qualità non soltanto tecnologico, si era capito in Siria, ma nell'attacco all'Ucraina si rivela in pieno.

Si potrebbe dire che quella capacità di azione non convenzionale che Putin ha visto in prima persona nel Kgb sia stata trasmessa e ampliata all'operatività di tutto il sistema militare. L'Ucraina è stata colpita, ieri ma anche nei giorni precedenti, con operazioni altamente coordinate e con effetto straniante, molto diverse dal rullo compressore tradizionale utilizzato in altri casi, a partire dall'Ungheria. È iniziato tutto con un cyberattacco che ha azzerato la rete ucraina, i telefonini dei soldati ucraini sono stati utilizzati sia per localizzarli sia per bersagliarli di messaggi che spingevano alla resa. Le azioni d'attacco vero e proprio, poi, sono state scatenate ironia della sorte seguendo le modalità teorizzate dallo statunitense John Boyd (1927-'97). Boyd, ingegnere dei conflitti, creò il modello Ooda (Osservazione, Orientazione, Decisione, Azione). Il modello riassume tutte le possibili attività decisionali e pratiche della guerra. Se si riesce a capire il ciclo Ooda del nemico, e a intervenire su di esso, il risultato è la vittoria al minor prezzo possibile. I russi con un attacco delocalizzato, su più fronti e che ha coinvolto l'aeroporto di Kiev hanno subito messo in affanno l'Ooda degli ucraini.

E stupito tutti coloro che si immaginavano un azione limitata al confine. L'obiettivo può rimanere anche quello «base» di occupazione dei territori delle due «repubbliche» ma la modalità è stata quella di un'azione globale e paralizzante. Le forze ucraine sono costrette a combattere a 360 gradi e alcune componenti importanti, come i droni e in generale la forza aerea, paiono essere state già potentemente scalfite. Il fatto di aver trasformato in zona di combattimento anche Chernobyl (già occupata) con i suoi impianti di stoccaggio di scorie radioattive non può essere considerato un caso, ma è un esempio tra i tanti di questa tecnica che inchioda e bersaglia le forze ucraine e usa come massa di manovra le forze dei separatisti. Anche la più tradizionale guerra per il controllo dei mezzi di comunicazione, soprattutto la rete, - quella disinformazia in cui i servizi segreti sovietici erano già maestri - negli ultimi anni si è evoluta e i russi sembrano inarrestabili nel gestirne il flusso.

Resta vero quello che diceva il generale tedesco von Molke: «Ogni piano dura sino al contatto con il nemico». E gli ucraini stanno giocando la carta della delocalizzazione, delle forze territorializzate che soffrono meno dello smantellamento del sistema di comando e controllo. Del resto l'accecamento prodotto dall'attacco non si estende ai vari sistemi di monitoraggio delle potenze occidentali che possono fornire a Kiev informazioni. Di certo, però, le forze russe hanno portato avanti un attacco globale e mirato che ha portato il livello dello scontro dove la maggior parte degli analisti occidentali non si sarebbe aspettato. A questo punto che la questione si possa chiudere solo parlando di Donbass non è affatto detto. Gli scenari diventano confusi e volatili, come le borse, e questo è un indubbio vantaggio tattico per l'attaccante.

Sun Tzu scriveva: «La guerra è il Tao dell'inganno» e ancora «Il fine del dare forma alle operazioni militari è diventare senza forma». Contando quanti occhi spiavano le manovre russe c'è da dire che Mosca c'è riuscita in pieno.

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