Via XX Settembre in difficoltà: i conti non tornano

Il ministero assicura: "Niente manovra correttiva né aumento dell'Iva". Ma mancano le risorse

Via XX Settembre in difficoltà: i conti non tornano

Roma - Nessun aumento dell'Iva né manovre correttive. Il governo prova ad arginare le voci sempre più insistenti di interventi sui conti e contromisure fiscali che finiranno per pesare sul bilancio degli italiani. Il sottosegretario all'Economia Massimo Garavaglia - guadagnando il plauso di Confedilizia - ha escluso un'altra stangata sui patrimoni immobiliari delle famiglie.

Il ministro Giovanni Tria ha bollato come «follie» le ipotesi circolate in questi giorni, dal mini aumento dell'Iva e di una manovra correttiva in generale. «Se l'economia va peggio, non è che bisogna fare una manovra correttiva», ha sottolineato il ministro.

«La manovra correttiva si fa se il nostro deficit aumentasse al di là di quanto preventivato, se le spese andassero fuori controllo, noi le stiamo tenendo sotto controllo». Il riferimento è al fatto che la Commissione europea giudica il saldo strutturale, quindi se l'Italia andrà oltre l'obiettivo di deficit concordato (2,04% rispetto al Pil) solo perché la crescita è stata inferiore alle previsioni, Bruxelles ne terrà conto. Per eventuali sforamenti dovuti a costi non previsti ci sono i due miliardi accantonati con la legge di Bilancio.

Ma l'equilibrio dei conti è precario e il compito di trovare coperture ad eventuali modifiche spetta al ministero dell'Economia. Difficile per il governo fare a meno del ministro ora che la trattativa con Bruxelles entrerà nel vivo. Non sulla Tav, ma sui conti pubblici.

Il 10 aprile il governo presenterà il Def, documento con le previsioni macroeconomiche e le stime aggiornate sulle finanze pubbliche. Poco dopo l'esame dei conti e le raccomandazioni all'Italia. Poi dopo l'estate la nuova sessione di bilancio, con un eredità che a legislazione vigente, quindi senza contare eventuali nuove misure di spesa, già sfiora i 30 miliardi, se si vorranno evitare del tutto gli aumenti dell'Iva in programma per il 2020.

Già quest'anno il conto potrebbe aumentare se ad esempio il governo dovesse veramente accontentare i sindacati. Ieri il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ha incontrato i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. Incontro positivo per entrambe le parti, anche se interlocutorio.

La vera novità è un'apertura a un calcolo più generoso nel calcolare Quota 100 per le lavoratrici, cioè uno sconto contributivo di un anno per ogni figlio al pensionamento delle donne. Misura che costerebbe 500 milioni di euro. Meno caro un allargamento della platea degli interessati all'Ape social, quindi all'anticipo pensionistico con i costi a carico dello Stato.

Allo studio l'azzeramento delle finestre di

pensionamento previste per i lavori usuranti. Il governo potrebbe accogliere le proposte attraverso emendamenti da approvare in sede di conversione del cosiddetto decretone. Sempre che il ministro Tria trovi le coperture.

AnS

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