"Zero morti in Lombardia". Miracolo o errore di calcolo?

Calano ancora i contagi, con 56mila tamponi fatti. Anomala l'assenza di decessi segnalata dal Pirellone

Un operatore sanitario in un reparto di terapia intensiva (La Presse)
Un operatore sanitario in un reparto di terapia intensiva (La Presse)

Gli spritz in libertà preoccupano, ma i numeri del contagio sembrano rassicurare gli aficionados della movida. Difficile cantare vittoria (ma con un po' di alcol in corpo è certo più facile) ma finora le curve sono andate scendendo senza alcun rimbalzo.

Anche i dati di ieri, domenicali e quindi sempre più «tranquilli» a causa di un numero di tamponi refertati sotto media, seguono il dolce andamento in discesa delle ultime settimane. Il numero dei nuovi casi contabilizzati - 531 - è il secondo più basso dall'inizio di marzo, dietro solo al +451 registrato lo scorso 18 maggio. Impressiona il confronto con il giorno del maggiore picco di nuovi contagi, che risale al 21 marzo e fu di 6.577.

Anche oggi è la Lombardia a totalizzare la maggior parte dei casi, 285, più della metà del totale nazionale (il 53,67 per cento), scendendo comunque rispetto a sabato sia nel numero assoluto (441) sia nel peso rispetto al numero complessivo (65,91 per cento). Per il secondo giorno Bergamo (+72) batte Milano (+64) nel numero di nuovi casi, davanti a Brescia (+59). Tre province che da sole hanno più casi della seconda regione per nuovi casi, la Liguria (53), davanti a Emilia-Romagna (45) e Piemonte (43). Queste quattro regioni confinanti da sole raccolgono oltre l'80 per cento dei nuovi casi. L'altra faccia del virus sono invece tre regioni (Umbria, Sardegna e Calabria) che ieri hanno fatto registrare uno zero tondo e altre nove che non sono andate in doppia cifra. Anche l'Italia del Covid-19 è a due velocità.

Il numero totale di attualmente positivi è di 56.594, con una decrescita di 1.158 assistiti rispetto a ieri. In testa resta la Lombardia (25.614), davanti a Piemonte (7.703) ed Emilia-Romagna (4.457). Tra gli attualmente positivi, 553 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 19 pazienti rispetto a sabato. Le persone ricoverate con sintomi sono 8.613, con un decremento di 82 pazienti rispetto a sabato mentre in 47.428 sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.

Numeri che vanno «pesati» in rapporto al numero dei tamponi effettuati, che la domenica sono sempre meno del solito. Quelli messi a referto ieri in effetti sono appena 55.824, mentre negli ultimi giorni erano sempre stati attorno a 70mila. Questo fa sì che salga il tasso di contagio, che torna a sfiorare l'1 per cento (0,95) e lo supera ampiamente se si tiene conto dei soli tamponi su nuovi soggetti, pari ieri a 34.206. In Lombardia, dove ieri sono stati contabilizzati 11.457 tamponi (7.344 su nuovi soggetti) il tasso di contagio è ben più alto, pari al 2,48 per cento. Un dato enormemente superiore a quello del resto d'Italia senza Lombardia, pari allo 0,55 per cento (246 casi per 44.371 tamponi). I tamponi totali effettuati attualmente in Italia sono stati 3.447.012 su un totale di 2.198.632 persone. È stato testato circa un italiano su 27.

Molto basso ieri il numero dei morti: appena 50. Ma il dato è condizionato dal fatto che Lombardia ieri non ha compilato l'apposita casella.

«Per quanto riguarda la voce decessi, si specifica che i flussi provenienti dalla rete ospedaliera e le anagrafi territoriali oggi non hanno segnalato decessi», spiegano dal Pirellone. Strano davvero, visto che negli ultimi giorni nella regione si erano contabilizzati sempre tra i 57 e i 65 decessi. La cosa statisticamente non si giustifica. Miracolo domenicale o ennesima gaffe?

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