"Zingaracce" e giornalisti Salvini se la prende con tutti

Prima nel mirino per il tweet, poi lo scontro con il cronista del caso acquascooter: «Vai a riprendere i bambini...»

"Zingaracce" e giornalisti Salvini se la prende con tutti

Gli sfottò al cronista di Repubblica e l'epiteto appioppato ad una rom: zingaraccia. Matteo Salvini fa scintille su tutta la linea e provoca un pandemonio nel Palazzo. «Il ministro dell'Interno - si indigna Roberto Giachetti del Pd - è fuori controllo».

Lo show del leader leghista avviene in due tempi: in conferenza stampa, sulla spiaggia di Milano Marittima, e poi in un'intervista a Sky.

Valerio Lo Muzio, che martedì aveva filmato la passeggiata in mare del figlio di Salvini in sella ad una moto d'acqua della polizia, lo bersaglia di domande. E il vicepremier si fa tagliente, utilizzando il registro di un'ironia stonata, carica di pesanti allusioni: «Lei che è specializzato - attacca - vada a riprendere i bambini, visto che le piace tanto». «Mi sta dando del pedofilo?», chiede il giornalista. «No, mi vergogno di chi mette in mezzo i bambini», replica sarcastico il ministro che nell'alzarsi punge ancora: «Ti invito in pedalò. Visto che sei maggiorenne andiamo io e te». Pausa, il ministro abbandona per un attimo gli accenti sarcastici: «Lasciate fuori i bambini da questa storia». Lo Muzio insiste: «Chi sono quei signori che mi hanno fermato e insultato in spiaggia?». «Lei - lo liquida un arcistufo Salvini - sta disturbando i suoi colleghi che pongono problemi veri».

La questione scivola sui presunti soldi di Mosca e sull'ormai celeberrimo incontro all'Hotel Metropol. Il titolare dell'Interno ridacchia quasi divertito: «Sono ancora impegnato a nascondere i rubli. Andate pure a cercarli in Russia, in Polonia, in Lussemburgo e ai Caraibi». Gli fanno notare che non ha chiarito, lui artiglia il microfono: «Non rispondo alle non notizie. Quando voglio ridere leggo Repubblica». Per inciso, il quotidiano di Lo Muzio. Il cdr del giornale stila un comunicato di protesta. «Vada a riferire, anche in moto d'acqua», fa sapere Alessandro Di Battista. Nicola Zingaretti è lapidario: «L'arroganza è segno di debolezza».

Il tempo di litigare ed esplode, ancora più fragorosa, l'altra polemica. Una rom avrebbe augurato un proiettile a Salvini e lui, davanti alle telecamere di SkyTg24, risponde con una rasoiata: «Ma vi pare normale che ci sia una zingara di un campo rom abusivo di Milano, una zingaraccia - e sulla faccia si disegna una smorfia - che va a dire: Salvini dovrebbe avere un proiettile? Preparati - rincara la dose il ministro senza più freni - che arriva la ruspa, amica mia. Proiettile? Tu preparati ad accogliere la ruspa, cara la mia zingara, poi vediamo».

Parole non proprio da statista, anche se quel vocabolario intercetta sedimentati umori popolari. Forse gioca la stanchezza di questi giorni difficili, forse lo stress per l'interminabile maratona con lite incorporata sulla giustizia, forse lo stillicidio di polemiche con l'alleato di governo, ma certo Salvini scivola, suscitando un vespaio di reazioni.

L'Opera Nomadi replica gelida: «Zingaraccia? È un'espressione razzista, Salvini non ci sorprende».

Anche l'altro vicepremier Luigi Di Maio non si lascia sfuggire le esternazioni del collega e lo bacchetta: «Attacchi, sparate fuori dalle righe, a cosa servono? Di sicuro non fanno bene al Paese. Dobbiamo governare? Bene, facciamolo con tranquillità e trasparenza. Se qualcuno ha in mente altro, lo dica tranquillamente».

Poi l'affondo finale: «Possiamo fare tanto con questo governo, ma ci deve essere la volontà politica da parte di tutti». Ma Salvini non si scusa, anzi rilancia: «Roba da matti. Il problema per qualcuno è la parola zingaraccia. Io vado avanti fino al raggiungimento dell'obiettivo zero campi rom in Italia».

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