"Il programma condiviso tra Pd e M5S è un buon presupposto per un confronto che non dovrà essere di potere, ma di contenuti. L'esperienza del governo giallo-verde conferma che non si può governare da nemici". A Repubblica, il segretario dem Nicola Zingaretti lancia un avviso ai naviganti grillini.
Il giorno dopo l'insediamento del Conte-bis, con il giuramento del premier e dei ministri, il leader del Pd chiede agli alleati "rispetto reciproco", che "deve essere una bussola costante dell'azione di governo". Un governo nato da poche ore che però, secondo Zingaretti, "ha già archiviato un brutto periodo per l'Italia: la stagione dell'odio - concetto già espresso qualche ora prima, ndr - della perenne fibrillazione del quadro politico e della ricerca del capro espiatorio per fini di consenso personale. È un primo risultato di cui fare tesoro".
Ma non basta. Per il leader dem bisogna andare oltre, realizzando un'azione di governo "che metta al centro le persone, la loro dignità e la capacità e voglia di realizzarsi e costruirsi il futuro. Evitando di ripercorrere strade fallimentari". Ovvero, dal punto di vista del governatore laziale, quelle intraprese dal precedente esecutivo, imperniato sull'asse Lega-5 Stelle. Secondo Zingaretti, il confronto tra Pd e pentastellati "non dovrà essere di potere, ma di contenuti. Non si può governare da nemici", l'avvertimento del segretario dem, preoccupato dalle tensioni quotidiane tra Salvini e Di Maio nel corso dei 14 mesi del Conte I.
Eppure Zingaretti si dice ottimista, anche perché la formazione del nuovo esecutivo "è già valsa il risparmio di 5 miliardi di euro di interessi sul debito e, di questo passo, potrebbe valerne 15 nel 2020". Quali differenze tra il Conte I e il Conte-bis? A differenza dell'alleanza con la Lega, i 5 Stelle non hanno stipulato con i "compagni" alcun contratto di governo. Un'idea che Zingaretti definisce "fragile" e basata sulla "pretesa di sommare due programmi in contrapposizione. Conte e il M5S hanno creduto alla strada di un programma condiviso, che ora il premier dovrà sintetizzare. Mi pare un grande passo avanti".
Infine, il presidente del Lazio racconta tutte le tappe dell'inciucio: "C'è stata un'iniziativa di Matteo (Renzi, ndr), che ha cambiato posizione affermando che l'intesa con il M5S, vista la situazione, non poteva più essere un tabù. Poi Bettini ha ragionato sul fatto che non potesse bastare un governo a termine. Io ho ascoltato.
Vengo spesso criticato per il fatto che non alzo la voce o non sbatto i pugni sul tavolo, ma io rivendico il fatto di fare il leader in un altro modo, guidare il partito, fare una sintesi, passi in avanti senza divisioni".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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