Lo zio di Saman: "Un lavoro fatto bene"

Il messaggio a un amico: l'ipotesi che l'uomo si riferisca all'occultamento del cadavere

Lo zio di Saman: "Un lavoro fatto bene"

«È l'unica soluzione». Saman sapeva che i genitori volevano ucciderla. Ne era certa, aveva origliato mentre la mamma Nazia Shaheen parlava e chiesto provato a chiedere spiegazioni. Ma la donna era stata evasiva e si era giustificata dicendo che stava riferendo a un episodio avvenuto mesi prima in Pakistan.

La figlia, però, non si era lasciata incantare e aveva confidato, in un vocale al fidanzato, la paura di essere punita, giustiziata, per aver rifiutato due matrimoni combinati e per il desiderio di vivere l'adolescenza come qualunque altra coetanea occidentale.

«L'ho sentito con le mie orecchie, ti giuro che stavano parlando di me - ha spiegato al giovane, con il quale da due anni aveva una storia -. Se non mi senti per più di 48 ore chiama le forze dell'ordine». Nei giorni scorsi è stato proprio il ragazzo a raccontare ai carabinieri quello che tormentava la 18enne uccisa a Novellara dalla sua famiglia.

I messaggi che emergono in queste ore, riportati per prima dalla Gazzetta di Reggio Emilia, tratteggiano il quadro oscuro in cui è maturato l'omicidio e l'occultamento del cadavere di Saman. Il più agghiacciante è quello dello zio, Hasnain Danish, considerato dai carabinieri del Reparto operativo di Reggio l'autore materiale del delitto, l'uomo a cui i genitori hanno affidato la vita della figlia per spezzarla. «Abbiamo fatto un lavoro fatto bene», riferisce a un amico in una chat parlando della nipote.

Il padre Shabbar solo pochi giorni fa aveva raccontato in un'intervista che Saman era viva in Belgio e lui sarebbe rientrato in Italia dal Pakistan, dove era andato per un lutto, il 10 giugno per mettersi a disposizione degli inquirenti. E in realtà il 4 maggio alle 21.13 sul suo profilo Facebook era comparso il video di un funerale senza salma. Ma le immagini erano scomparse il giorno seguente.

Gli ultimi spezzoni di vita della diciottenne emergono charamente da tre video, in mano agli investigatori. Nel primo, datato 29 aprile, lo zio e due cugini escono con le pale in mano e un sacco, probabilmente per scavare la fossa per nascondere il corpo della ragazza. Il 30 aprile, invece, si vede Saman che esce di casa con i genitori, che poco dopo rientrano senza di lei. In quel lasso di tempo lo zio, a cui è stata lasciata in consegna secondo la testimonianza del fratello sedicenne di Saman, l'ha già uccisa. Nell'ultimo filmato il padre esce nuovamente e al ritorno ha sulle spalle lo zainetto verde della figli. Il corpo, però, ancora non si trova e questa settimana le ricerche proseguiranno anche con l'elettromagnetometro, uno strumento utile a sondare il terreno.

Prosegue anche la caccia agli indagati, madre, padre, zio e un cugino di Saman mentre si attende l'estradizione del secondo cugino Ikram Ijaz, 28 anni, arrestato domenica a Nimes, in Francia, che potrebbe fornire dettagli utili alle indagini.

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