Roma

La polizia sgombera «Foro 753»

Daniele Petraroli

Se non si tratta di un disegno politico ben preciso poco ci manca. Saranno solamente coincidenze, ma la chiusura di «Radio cuore tricolore» a maggio, il diritto a manifestare negato a «Forza nuova» sabato scorso e lo sgombero del «Foro 753», ieri mattina, sembrano segnali inquietanti per chi fa politica a destra. È come se il centrosinistra capeggiato dal sindaco Veltroni, padrone ormai di Comune, Provincia e Regione, avesse gettato la maschera e avesse deciso di imporre alla città una legalità a senso unico: tollerare a sinistra, reprimere a destra.
La cronaca dello sgombero è scarna. A differenza del 9 maggio, quando ad accogliere le cinque camionette dei reparti celere della polizia furono centinaia di persone, questa volta lo stabile era vuoto. «I ragazzi che hanno dormito lì sono andati via alle sette e mezza, - ha spiegato Marco Veloccia, responsabile dell’associazione culturale “Foro 753” - così quando è arrivata la polizia due ore dopo non ha trovato nessuno». I poliziotti sono entrati dal retro dell’edificio, in via Marco Aurelio, e in breve hanno preso possesso dell’edificio. Una conclusione del tutto inaspettata. I contatti con il Campidoglio sembravano ben avviati, l’intenzione di trovare una soluzione pareva esserci da entrambe le parti. E invece alla fine si è deciso di forzare la mano. Lo staff del sindaco ha pensato forse di poter utilizzare lo sgombero del «Foro» anche come trofeo in vista delle elezioni del prossimo anno.
Da lì in poi il fiume di dichiarazioni, di soddisfazione a sinistra, di condanna a destra, culminate nella visita di Veltroni al «Foro» nel pomeriggio. «La priorità è scolastica», ha spiegato il sindaco stringendo mani ed elargendo sorrisi in quello che può essere considerato il primo spot elettorale per le comunali del 2006: «Pensiamo di fare un asilo, una scuola elementare una media e una palestra nell’edificio principale. Un centro anziani e un punto di ritrovo culturale nell’altro». Il tutto andrà deciso, nelle intenzioni di Veltroni e Massimo Pompili, vicepresidente della giunta regionale, entro dieci giorni. Delusione invece per i ragazzi del «Foro», radunatisi in via Capo d’Africa per protestare con lo scotch sulla bocca. «Non ci arrenderemo alla logica del “due pesi e due misure” - ha continuato Veloccia - soprattutto a Roma dove le autorità istituzionali tollerano e foraggiano circa 40 centri sociali occupati sotto la stella rossa. La palestra poi l’avevamo già creata, e ci stavamo attrezzando proprio per un centro anziani e un asilo». Dello stesso tenore i commenti provenienti da An. «Ora Veltroni e Marrazzo, che hanno espresso il proprio apprezzamento per l’operazione di sgombero di via Capo d’Africa, - sostiene il capogruppo alla Provincia Piergiorgio Benvenuti - spero sollecitino le forze dell’ordine affinché gli stessi provvedimenti siano applicati a tutti gli edifici occupati da centri sociali a Roma».
Il sindaco intanto ha voluto rassicurare sul proseguimento delle trattative con l’associazione «Foro 753»: «Cercheremo insieme alla Regione un’altra soluzione per quei ragazzi. Nel rispetto dei luoghi storici e delle regole della democrazia. Altri tre centri sociali di sinistra poi sono stati sgombrati ultimamente».
Un problema si apre infine a destra. Lo stabile di via Capo d’Africa è di proprietà della Regione, governata fino ad aprile dal centrodestra.

Eppure in un anno e mezzo di occupazione la giunta, e in particolare l’assessore al Demanio, Bruno Prestagiovanni di An, hanno tollerato la situazione senza cercare di trovare una soluzione adeguata che potesse accontentare i ragazzi del «Foro» e tutelare le necessità della Regione.

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