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Il Polo allerta Amato: "Democrazia a rischio"

Il Polo allerta Amato: "Democrazia a rischio"

Roma - Il portavoce di An, Andrea Ronchi, chiede l’intervento del Viminale sulle minacce al presidente della Cei, Angelo Bagnasco e denuncia al ministro dell’Interno Amato «questo clima di intimidazione che, ne siamo sicuri, non impedirà al presidente Cei di continuare con determinazione la sua opera pastorale, ma che comunque rappresenta un rischio reale per l’agibilità democratica del Paese». E si augura che le forze dell’ordine dipanino al più presto la vicenda al fine di dare un volto e un nome agli autori di queste ignobili intimidazioni. Tutti nel Cdl esprimono parole di dura condanna senza se e senza ma, per quelle minacce definite «inqualificabili e inaccettabili», come sottolinea l’ex ministro di Fi, Enrico La Loggia. Va oltre la solidarietà l’eurodeputato Antonio Tajani chiedendo «da parte di tutti l’impegno a garantire il rispetto per le idee altrui evitando campagne mediatiche e politiche di criminalizzazione». Così Gianfranco Rotondi della Nuova Dc denuncia un’ondata preoccupante di anticlericalismo dimostrata dalle «continue minacce a cui uomini di Chiesa, e in particolare il presidente della Cei, sono sottoposti». Tutti schierati quindi con monsignor Bagnasco. Dalla Lega, «solo in un Paese in cui si inneggia alle Brigate Rosse e chi è al governo, forse perché eletto anche con quei voti, tace e si ostina a tacere, possono accadere cose del genere», ribadisce Roberto Calderoli, all’Udc con Totò Cuffaro che sottolinea «le parole di grandissimo conforto di Bagnasco a sostegno della battaglia per la famiglia» e chiama tutti anche in segno di solidarietà alla partecipazione del Family day del 12 maggio. Solidarietà «incondizionata», anche dal fronte sindacale. Per Raffaele Bonanni, segretario Cisl, «lo Stato deve aumentare la sua vigilanza» e chiede di abbassare i toni per ricondurre il «dibattito sui temi civili e religiosi nell’alveo della libertà d’espressione, come avviene in tutte le democrazie libere e pluralistiche». «Un Paese costretto a mettere sotto scorta un rappresentante della Chiesa non è un Paese civile» - avverte Claudio Scajola, parlamentare di Fi -. Che ribadisce: «Tutti devono fare la loro parte per cercare di evitare che questo clima di odio e di intolleranza degeneri in azioni ancora più eclatanti». E lancia un allarme: «Non è possibile sottovalutare segnali precisi che individuano una escalation di minacce che potrebbe nascondere una strategia criminale molto pericolosa.

Esiste in Italia una galassia di estremisti politici che potrebbero approfittare facilmente di questo clima d’odio».

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