Politica

Il Polo fa il pieno sull’isola Fi prima, vola anche l’Udc

Gli azzurri al 28%, i centristi sfiorano il 10%. Il governatore Cuffaro eletto senatore: «Resto qui, non andrò a Roma»

nostro inviato a Palermo
La Sicilia è il bicchiere mezzo pieno per la Casa delle libertà, sin dall’apertura dei seggi. Non ha dubbi il sindaco di Siracusa, che è anche presidente dell’Anci (Associazione dei comuni) siciliana, Giambattista Bufardeci di Fi. L’afflusso dei dati, sia gli exit poll sia le prime proiezioni, non mettono in dubbio infatti il risultato neanche un istante. Per il Senato la Cdl tocca il 57,7 come aveva scommesso il ministro Miccichè alla vigilia del voto dichiarando che, nonostante la nuova legge elettorale non avrebbe permesso il famoso 61 a 0, la Cdl si sarebbe avvicinata al 61%. E a fine serata il 60% sembra proprio il risultato definitivo.
Dai quartieri popolari, ai paesi della provincia. Forza Italia si rafforza come primo partito, oltre il 28%, a buona distanza dall’Udc che va al 9,5%. Anche se queste differenze sono date dai volti delle grandi città, mentre sono molti i paesi dell’entroterra che indicano l’Udc come primo partito. Le speranze di Raffaele Lombardo (che si porta a casa 4 deputati e 2 senatori) si concretizzano con più del 4% grazie all’alleanza con la Lega Nord, mentre a Catania sembra raggiungere il 10% e la Margherita, che pure si appresta a superare i Ds, va oltre l’11%. La Rosa nel Pugno si ferma al 2%, Rifondazione tocca il 5,2%. A Palermo città i quartieri hanno dato una vittoria decisa a Miccichè, mentre a sinistra il più votato è Orlando, che insieme a Di Pietro si attesta al 9,5%. È il primo partito di centrosinistra della città. Alla fine della serata si sa che a Palazzo Madama ci saranno 15 senatori della Cdl e 11 dell’Unione. Alla Camera la situazione è simile: nel collegio occidentale la Cdl è al 56% contro il 43% dell’Unione; nel collegio orientale, 59% contro 40%. Un dato per tutti mette in evidenza come la Cdl continui ad essere coalizione vincente: a Messina, dove tre mesi fa ha vinto il centrosinistra eleggendo il sindaco della Margherita, la Cdl ha preso il 56%.
Risultati che fanno ribadire a Cuffaro: «I dati siciliani mi confermano: vinciamo, quindi non andrò al Senato, ma sarò candidato alle Regionali. Senza alcun tentennamento, malgrado coloro che lo mettono in dubbio». Non la pensano così a casa della Margherita: «Il centrosinistra è evidentemente in crescita - afferma Matteo Graziano, quasi sicuramente futuro senatore -, lo scenario cambierà moltissimo e l’Isola si adeguerà automaticamente. Cuffaro dovrà meditare a lungo. Credo che sceglierà di restare al Senato». Ottimista malgrado i dati nel corso della serata subiscano notevoli variazioni, rimane l’ex-ministro Mattarella della Margherita, che sin dall’inizio si è schierato con la candidatura della Borsellino: «Il 44% è una buona base per capovolgere la situazione alle prossime Regionali. Anche per la forza della candidata che si dimostra di giorno in giorno capace di coordinare una buona squadra di governo». Ma alla fine della serata il centrosinistra al Senato fissava la sua percentuale al 40%.
E se Cuffaro comunque ribadisce che alle Regionali sarà lui certamente il candidato («Diffido di chi ha certezze» è l’unica battuta dell’avversaria Rita Borsellino), Leoluca Orlando mette all’incasso il suo successo e stasera chiama a raccolta Palermo in Piazza Politeama. Festeggia il risultato ed apre la campagna elettorale per la sua candidatura a sindaco.
Ma festeggia anche il centrodestra siciliano che si prepara al 28 maggio senza soluzione di continuità rispetto alla campagna elettorale, e man mano che i dati da Roma cambiano le percentuali e il centrodestra mangia le differenze, le dichiarazioni in positivo non si fanno attendere: «La Sicilia ha apprezzato cinque anni di governo e il buon rapporto che ha avuto il nostro governo con Roma» afferma Nino Lo Presti, rieletto deputato per An. Rapporto che Cuffaro si dice certo che continuerà, anche se dovesse andare al governo il centrosinistra: «La Sicilia non verrà certo penalizzata perché ha votato Cdl.

Io, da buon democristiano, ho troppo rispetto delle istituzioni per temere queste vendette».

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