Il Polo «licenzia» il premier: «Via prima di fare altri danni»

Berlusconi: il Professore dovrebbe riconsegnare le chiavi di Palazzo Chigi. Fini: «La smetta con lo scaricabarile». Casini: «Battuto dall’estrema sinistra»

Adalberto Signore

da Roma

La notizia del declassamento dell’Italia da parte di Fitch e Standard & Poor’s è riuscita nell’ardua impresa di far ritrovare Berlusconi, Fini e Casini quasi in perfetta sintonia. Una convergenza che mancava da tempo e che in qualche modo potrebbe essere il prologo di quella grande manifestazione di piazza contro la Finanziaria che l’opposizione ha messo in cantiere per domenica 3 dicembre a Roma. Una protesta alla quale, nonostante il solito tira e molla, dovrebbe partecipare anche l’Udc. D’altra parte, se è vero che domani a Vicenza ci saranno Berlusconi, Fini e Bossi ma non Casini (presente anche la Mussolini), va pure detto che i centristi non si sono del tutto chiamati fuori e saranno rappresentati dai vertici regionali e dal presidente dei senatori D’Onofrio. Con la differenza che a dicembre la manovra sarà in discussione al Senato, su cui - causa i numeri risicatissimi - saranno puntati i riflettori dei media. Insomma, confidava il Cavaliere, decidere di non partecipare equivarrebbe per l’Udc a un «suicidio».
L’assedio. Il fuoco di fila che si apre dal centrodestra contro Prodi e il ministro Padoa-Schioppa è forse senza precedenti: una condanna a tutto campo, firmata dai big ma pure dalle seconde file. Secondo Berlusconi, il premier dovrebbe «riconsegnare le chiavi di Palazzo Chigi» dopo che «le bocciature» per il governo sono arrivate «dalla maggioranza degli italiani, dalla Banca d’Italia e dalla finanza internazionale». E ancora: «Se ne deve andare prima di arrecare altri irreparabili danni al Paese». Per il leader di Forza Italia, poi, «le dichiarazioni di Prodi sono di una gravità inaudita» perché «cerca di scaricare queste decisioni sul precedente governo». Invece, «le motivazioni delle agenzie sono lì, nero su bianco, e sono una solenne bocciatura della manovra». D’altra parte, aggiunge, «il titolo del documento parla chiaro: Finanziaria italiana 2007, si chiude la porta su un’altra possibilità di risanamento». Durissimo anche Fini, secondo il quale per Prodi «è iniziato il conto alla rovescia». «E il premier - attacca il leader di An - la smetta di fare lo scaricabarile. Non è infatti casuale che le agenzie abbiano abbassato il rating sul rischio Italia dopo che la manovra è stata presentata in Parlamento». Critiche anche da Casini, perché è evidente che «l’estrema sinistra ha vinto la sua battaglia impedendo di toccare le vere problematiche del sistema, come la previdenza». Insomma, dice il numero uno dell’Udc, «siamo preoccupati» perché «vediamo confermato il nostro giudizio negativo su una manovra priva di tagli strutturali e basata sull’inasprimento fiscale».
Ma non sono solo i leader ad affondare il colpo. Bondi, coordinatore di Forza Italia, punta il dito contro l’ipotesi «ventilata» di porre la fiducia sulla Finanziaria. Sarebbe, dice, «un atto di protervia» e «un clamoroso rifiuto all’invito al dialogo del capo dello Stato». Mentre Schifani invita Prodi a «prendersela solo con se stesso». «La manovra - spiega il capogruppo di Forza Italia al Senato - non contiene alcuna riforma strutturale e non sarà mai in grado di riportare il deficit entro il 3%». Di «crollo verticale del governo» parla l’azzurra Isabella Bertolini, convinta che D’Alema stia «già scaldando i motori». Mentre Maurizio Lupi vede «la fine del governo ogni giorno più vicina». Secondo Della Vedova «la bocciatura è un campanello d’allarme preoccupante». «È bene che il governo - dice il deputato azzurro e presidente dei Riformatori liberali - ne tenga conto e decida di modificare la rotta». Sulla stessa linea il vicepresidente della Commissione Ue Frattini («la manovra va fortemente riassestata») e l’eurodeputato Brunetta. Come pure Alemanno e Matteoli di An. Dalla Lega attaccano invece Calderoli («Prodi fa la figura del somaro») e Castelli («Italia massacrata da una manovra che colpisce tutti»).
La piazza. Sulla manifestazione di Roma, intanto, sta lavorando un gruppo ristretto di parlamentari, tra cui Calderoli, Cicchitto, Brancher, Menia e Della Vedova (in una delle ultime riunioni c’era anche Gasparotti, curatore dell’immagine televisiva del Cavaliere). La prossima settimana dovrebbero incontrare il sindaco Veltroni per concordare tempi e modi della manifestazione di Roma sulla quale il Cavaliere sta spingendo: «Il 3 dicembre tutti in piazza».

Intanto, Berlusconi ha già mobilitato Forza Italia per il 28 e 29 ottobre, quando - si legge in una lettera inviata ieri al partito - dovranno essere promosse iniziative «in tutte le piazze» per illustrare «le menzogne» di Prodi sulla Finanziaria.

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